I BCAA (acronimo inglese per “aminoacidi a catena ramificata”) sono la
Leucina, la Valina e la Isoleucina e sono solitamente dosati, negli
integratori, nella proporzione di 2:1:1. Questo perchè, nei primi studi
al riguardo, tale rapporto si dimostrò essere il più efficace (e quello
che riusciva anche a non far schizzare il prezzo del prodotto alle
stelle!). I “ramificati” sono tra gli aminoacidi più abbondanti nella
muscolatura umana (costituiscono circa 1/3 degli aminoacidi essenziali
presenti nel muscolo) ed i primi ad essere “attaccati” durante
un’intensa seduta d’allenamento. Uno dei dati più interessanti sui BCAA è
che furono impiegati per la prima volta non come supplemento per
sportivi, ma come “sostegno” ai malati di cirrosi epatica. Questo
essenzialmente per la loro capacità di bypassare (quasi letteralmente)
il fegato, ed essere “mattoni” prontamente disponibili per i muscoli,
saltando a piè pari i processi digestivi cui è normalmente sottoposto il
cibo che mangiamo. Vorrei che si ponesse l'attenzione su ciò, a causa
della sconclusionata paura che tale supplemento possa danneggiare il
fegato. Basti pensare che uno dei primissimi integratori di aminoacidi
ramificati commercializzato nelle farmacie italiane aveva un nome che,
tradotto dall'inglese, suonava un po' come “fegato pulito”. I BCAA hanno
sostanzialmente una duplice funzione:
· energetica: se assunti
prima dell’allenamento, soprattutto se ci si allena a stomaco vuoto o se
si segue una dieta povera di carboidrati, forniscono energia e limitano
il catabolismo, salvaguardando gli aminoacidi presenti nei muscoli e
favorendo il risparmio del glicogeno muscolare (e permettendo così di
affrontare dei workout più intensi).
· plastico-strutturale:
assunti dopo l’allenamento, favoriscono la sintesi proteica e promuovono
l’anabolismo muscolare. Migliorano i tempi di recupero e hanno
un'azione tampone nei confronti dell'acido lattico, oltre a ridurre
quella fastidiosa sensazione di pesantezza e legnosità muscolare che si
può provare fino a 72 ore dopo un intenso esercizio fisico (e che nulla -
smentiamolo una volta per tutte - ha a che vedere con l'acido lattico, i
cui livelli solitamente ritornano nella norma già 60 minuti dopo la
prestazione).
Nello specifico, Valina ed Isoleucina hanno un'azione
più spiccatamente glucogenetica (in grado di essere agevolemente
utilizzati per produrre energia), mentre la Leucina più marcatamente
anabolica (favorisce i processi di recupero e crescita muscolare).
E
proprio perchè gli studi degli ultimi anni hanno dimostrato che circa
il 75% della reale fattività dei tre ramificati è dato dalla Leucina,
recentemente sono apparsi sul mercato parecchi prodotti
“iperleucinizzati”, dove il cruciale aminoacido si trova in un rapporto
di 4, 8, o addirittura 12:1:1 con gli altri due. Queste formulazioni,
che si presentano solitamente in polvere, hanno diversi vantaggi. In
primis, dovendo essere diluite in acqua, sono estremamente indicate per
un uso intra-allenamento, permettendo di dare al nostro corpo, nel
momento in cui ne ha più bisogno, ciò di cui ha più bisogno: acqua ed
aminoacidi. Poi il gusto, solitamente gradevolmente fruttato, invoglia a
bere di più ed a mantenersi ben idratati. E, last but not least, il
recupero tra una serie e l'altra viene notevolmente migliorato.
I
BCAA inoltre possono abbassare i livelli di cortisolo, e tutti sappiamo
quanto quest'ormone, contrapponendosi all'azione del testosterone, sia
deleterio per la crescita muscolare. In virtù di questo, sono
estremamente indicati al mattino, appena svegli, quando i livelli di
cortisolo sono più alti. Per i BCAA, la posologia generale è di un
grammo ogni 10 kg. di peso corporeo, da dividere in pre e
post-allenamento. In ogni caso, questo è un dosaggio assolutamente
indicativo ed è da rapportare alle necessità del soggetto allenato, che
possono essere dettate dallo sport cui ci si dedica, dalla
frequenza/intensità/volume degli allenamenti, dal modo in cui è
strutturato l'approccio alimentare.
Una curiosità relativa agli
aminoacidi ramificati: la loro capacità di arginare il senso di
affaticamento non è soltanto connaturata ad un fatto prettamente
muscolare, metabolico. Infatti, poichè il “carrier” su cui viaggiano i
ramificati è lo stesso del triptofano (un aminoacido il cui passaggio
nel cervello garantisce la sintesi di serotonina e melatonina, che a
loro volta favoriscono il rilassamento ed il sonno), questa tripletta
aminoacidica fa sentire meno la fatica anche tramite un'altra “via”.
Proprio per questo motivo, se a seguito di un'alimentazione
iperproteica, dove si consumano anche proteine in polvere e ramificati,
doveste provare difficoltà ad addormentarvi, ora sapete come regolarvi,
abbassando l'apporto di cibi proteici.
lunedì 6 ottobre 2014
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