La creatina
La creatina è costituita dall'unione di tre aminoacidi (Arginina,
Metionina e Glicina) ed è alla base della produzione energetica del
muscolo, essendo il maggiore precursore della creatin fosfato, che aiuta
a "ricaricare" l’ATP (adenosintrifosfato). L’ATP fornisce energia
prontamente
utilizzabile in tutti i movimenti muscolari. Più intensa sarà la
contrazione muscolare, più ATP verrà utilizzato. L'ATP risulta
facilmente “spendibile” in una corsa sui cento metri o in una serie di
panca piana da 6/8 effettuata con pesi ingenti. Le cellule muscolari
contengono solo una piccola riserva di ATP, che viene esaurita nei
primissimi secondi di un allenamento esplosivo. Una volta esauritasi, la
scorta di ATP si converte in ADP (adenosindifosfato) ed è proprio qui
che interviene la creatina. Un’integrazione di creatina
porterà ad una maggiore produzione di ATP, e da ciò ne deriverà un
allenamento più intenso e di maggior durata. La creatina permette perciò
di recuperare più velocemente tra un set e l’altro e di eseguire più
ripetizioni (con una funzione di “tampone” nei confronti dell’acido
lattico), aumenta la forza, favorisce la volumizzazione (grazie alla sua
peculiarità di “richiamare” acqua e nutrienti all'interno della cellula
muscolare, quindi migliorandone l'idratazione e costituendo così
l'humus dell'ipertrofia vera e propria), agevola il recupero
post-allenamento. Un altro meccanismo attraverso cui la creatina
influenza l'aumento della massa muscolare è l'aumento dei livelli
muscolari del fattore di crescita insulinosimile-1 (IGF-1). Uno dei più
classici protocolli per l'assunzione di creatina consiste
nell'assunzione ciclica conosciuta come “carico-mantenimento-scarico”:
ai primi 5/7 giorni di carico, ne seguiranno altrettanti di mantenimento
(dimezzando il dosaggio rispetto la prima fase), ed infine si
effettueranno 3/4 settimane di scarico, periodo in cui l’integrazione
sarà completamente sospesa. La quantità da assumere deve essere
commisurata al peso del soggetto allenato e va suddivisa in 5/6 dosi
giornaliere (due momenti cruciali sono il pre e post-workout), meglio se
accompagnate da carboidrati semplici ad alto indice glicemico che,
favorendo la secrezione dell’insulina, facilitano il trasporto e
l’assorbimento della creatina nei muscoli. La necessità di un'impennata
insulinica per migliorare la captazione di creatina da parte delle
cellule muscolari, ha reso il vecchio monoidrato un prodotto non ideale
per tutti coloro che stanno a dieta o non tollerano bene alte quantità
di zuccheri: infatti, non consumare un'adeguata quantità di carboidrati
(e di liquidi: ogni gr. di creatina dovrebbe essere accompagnato dai 100
ai 200 ml. di acqua) può portare ad una stagnazione della creatina nel
lume intestinale dove,
attirando acqua, provoca diarrea e crampi intestinali.. Non potendo
penetrare nel muscolo, la
creatina rimane in un “limbo” (extra-cellulare e sottocutaneo)
conferendo un aspetto “gonfio” e paffuto ai suoi utilizzatori. Da
qualche anno a questa parte sono stati messi in commercio prodotti con
sistema di trasporto a base di carboidrati, ma le creatine
dell’ultim’ora riescono a spingersi ulteriormente oltre. Il vantaggio è
dato dalla chelazione (unione) della creatina con determinate molecole
che ne favoriscono la permeabilità muscolare. Un esempio ne è la
creatina alcalinizzata, un tipo particolare di creatina monoidrata il
cui PH è stato portato da 7 a 12 o più. L’innalzamento del ph ha portato
innumerevoli vantaggi: nessun disturbo intestinale, totale assenza di
ritenzione idrica, stessa (se non maggiore) capacità di volumizzazione
muscolare a dosaggi molto più bassi, assimilazione superiore rispetto
alla vecchia creatina, totale assenza di fasi di carico. Uno dei
maggiori vantaggi della creatina alcalinizzata è dato dal fatto che
presenta un bassissimo grado di conversione in creatinina (il metabolita
di scarto della creatina, artefice dei luoghi comuni sulla pericolosità
della creatina), evitando così di appesantire fegato e reni. Inoltre,
non creando ritenzione idrica, trova un impiego ottimale anche in una
fase di definizione.
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