Comprare (e, di conseguenza, integrare nella propria alimentazione)
proteine in polvere (o idrolizzati proteici in compresse) non è come
obliterare il biglietto del treno. Non basta convalidare la corsa,
sedersi e godersi il paesaggio; è richiesto un minimo di dinamismo
mentale che vi spinga a chiedervi: "Quanto? Quando? Perché? Per quanto
tempo?". È necessario in primis capire quale debba essere l'introito
proteico (si badi bene che parlo di quello complessivo giornaliero, non
di quello evinto soltanto dal supplemento). Sembra una cosa scontata,
ma per molti non lo è ancora. Una volta compreso ciò, è cosa buona e
giusta capire quanto si può prendere dal cibo solido e quanto vada
introitato con l'integratore; solo allora capirete se sia più indicato
per le vostre esigenze uno, due, tre, o mezzo misurino (o una, due, o
venti compresse) al giorno. Molteplici sono i fattori che regolano il nostro
fabbisogno proteico, alcuni dei quali riportati di seguito:
A) sesso [non quanto ne facciate, né quanto l'abbiate lungo!]
B) età
C) anzianità di allenamento e massa muscolare "sedimentata" negli anni
(un conto è essere un ossuto adolescente di 50 kg. che si allena da un
mese 3 volte a settimana, e tutt'altra cosa è essere un professionista
di 120 kg. - "chemically enhanced" - che si allena da 15 anni 6 volte a
settimana)
D) rapporto delle proteine con gli altri macro (ciò
significa che, se non vi è progressione, non necessariamente è colpa
delle proteine troppo basse). Date un'occhiata ai carbo ed ai troppo
spesso vituperati grassi.
Evitate di attenervi ad un approccio che i
latini non avrebbero esitato a definire "ad cazzum": i consigli del
compagno di panca 10 volte su 10 si basano sul semplice sentito dire! In
palestra mi capita troppo spesso di incontrare persone che neanche
sanno perché stiano consumando un determinato supplemento. Il risultato
deve essere sempre figlio della causalità, non della casualità.
lunedì 1 settembre 2014
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