Mi rendo conto che il post di oggi, ad una prima lettura, possa sembrare
un allontanarsi dalle questioni riguardanti il bodybuilding più in
generale, per abbracciare invece una sfera sicuramente più personale ed
"affettiva", magari priva di un qualsiasi interesse pratico per chi mi
segue. Ma vi assicuro che così non è. Quello che voglio sottolineare con
quanto sto scrivendo (e con la foto in allegato) è, ancora una volta,
che i risultati, quelli veri, si possono ottenere anche
con una preparazione totalmente "natural". E quando parlo di risultati
non sto restringendo il cerchio al semplice chiletto di grasso perso dal
sedentario dopo un mese dall'inizio degli allenamenti, né mi sto
riferendo alla signora cinquantenne che migliora il tono dei propri
tricipiti con dei buoni allenamenti in palestra (sia ben chiaro,
assoluto rispetto per entrambi gli esempi sopra citati). Parlo di
qualcosa che si eleva notevolmente dalla media (e, spesso, mediocrità)
che siam soliti vedere nelle palestre; parlo di risultati che ti fanno
strabuzzare gli occhi ed esclamare un lapidario, ma estremamente
esplicativo: "Cazzo!". Mi sentirei offensivo nei confronti
dell'intelligenza dei miei lettori, anche solo accennando all'importanza
di una genetica favorevole alla muscolazione. La capacità di diventare
Ronnie Coleman ce l'hai scritta nel DNA, neanche tutta la caparbietà e
competenza di questo mondo potrà aiutarti se Madre Natura non ti ha
voluto regalare bei quantitativi di fibra bianca. Questo non vuol dire
certo rassegnarsi, tutt'altro: prendere coscienza dei propri limiti
significa saperli "cavalcare" e sfruttare a proprio vantaggio, piuttosto
che limitarsi a inseguire chimere irrealizzabili.
Il nostro
obiettivo è però inquadrabile soltanto quando, tra ciò che abbiamo fatto
a monte ed i risultati raggiunti, si instaura un inscindibile rapporto
di causa/effetto. Quando questo dovesse venire a mancare, e alla
causalità si sostituisse la casualità, allora il nostro obiettivo
diventa la classica "luce alla fine del tunnel: puoi vederlo,
percepirlo, ma diventa impossibile da raggiungere.
Con Saro, il
ragazzo nella foto, è stato un continuo rapporto causa/effetto: si è
fidato perché mi ha conosciuto prima, e ha ascoltato consigli e critiche
(sempre costruttive) perché si è fidato. Abbiamo analizzato insieme
cosa migliorare, e come farlo. Nessuna "forzatura" alle sue intrinseche
caratteristiche fisiche è stata perpetrata, anzi: il "timone" veniva
continuamente guidato dai feedback, positivi o negativi, che ci
restituiva il suo corpo in merito ad allenamento, dieta ed integrazione.
In meno di un mese di lavoro insieme si è raggiunto un traguardo
insperato, concretizzatosi in un'esperienza elettrizzante per entrambi.
Spero che questo lungo post, poco tecnico ma molto incentivante, possa
costituire materiale di riflessione per voi tutti...
martedì 16 settembre 2014
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