martedì 16 settembre 2014

Bodybuilding ed amicizia

Mi rendo conto che il post di oggi, ad una prima lettura, possa sembrare un allontanarsi dalle questioni riguardanti il bodybuilding più in generale, per abbracciare invece una sfera sicuramente più personale ed "affettiva", magari priva di un qualsiasi interesse pratico per chi mi segue. Ma vi assicuro che così non è. Quello che voglio sottolineare con quanto sto scrivendo (e con la foto in allegato) è, ancora una volta, che i risultati, quelli veri, si possono ottenere anche con una preparazione totalmente "natural". E quando parlo di risultati non sto restringendo il cerchio al semplice chiletto di grasso perso dal sedentario dopo un mese dall'inizio degli allenamenti, né mi sto riferendo alla signora cinquantenne che migliora il tono dei propri tricipiti con dei buoni allenamenti in palestra (sia ben chiaro, assoluto rispetto per entrambi gli esempi sopra citati). Parlo di qualcosa che si eleva notevolmente dalla media (e, spesso, mediocrità) che siam soliti vedere nelle palestre; parlo di risultati che ti fanno strabuzzare gli occhi ed esclamare un lapidario, ma estremamente esplicativo: "Cazzo!". Mi sentirei offensivo nei confronti dell'intelligenza dei miei lettori, anche solo accennando all'importanza di una genetica favorevole alla muscolazione. La capacità di diventare Ronnie Coleman ce l'hai scritta nel DNA, neanche tutta la caparbietà e competenza di questo mondo potrà aiutarti se Madre Natura non ti ha voluto regalare bei quantitativi di fibra bianca. Questo non vuol dire certo rassegnarsi, tutt'altro: prendere coscienza dei propri limiti significa saperli "cavalcare" e sfruttare a proprio vantaggio, piuttosto che limitarsi a inseguire chimere irrealizzabili.
Il nostro obiettivo è però inquadrabile soltanto quando, tra ciò che abbiamo fatto a monte ed i risultati raggiunti, si instaura un inscindibile rapporto di causa/effetto. Quando questo dovesse venire a mancare, e alla causalità si sostituisse la casualità, allora il nostro obiettivo diventa la classica "luce alla fine del tunnel: puoi vederlo, percepirlo, ma diventa impossibile da raggiungere.
Con Saro, il ragazzo nella foto, è stato un continuo rapporto causa/effetto: si è fidato perché mi ha conosciuto prima, e ha ascoltato consigli e critiche (sempre costruttive) perché si è fidato. Abbiamo analizzato insieme cosa migliorare, e come farlo. Nessuna "forzatura" alle sue intrinseche caratteristiche fisiche è stata perpetrata, anzi: il "timone" veniva continuamente guidato dai feedback, positivi o negativi, che ci restituiva il suo corpo in merito ad allenamento, dieta ed integrazione. In meno di un mese di lavoro insieme si è raggiunto un traguardo insperato, concretizzatosi in un'esperienza elettrizzante per entrambi. Spero che questo lungo post, poco tecnico ma molto incentivante, possa costituire materiale di riflessione per voi tutti...


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