sabato 8 novembre 2014

Inmaialarsi non è un dovere

Io amo l'arte, in qualsiasi forma essa si manifesti. Non importa se stia ascoltando un'aria lirica, mi trovi davanti ad un quadro o all'interno di una cattedrale antica. Un capolavoro mi lascia annichilito, sbigottito, entusiasta, come un bambino di fronte alla propria bicicletta nuova a Natale. Nella mia mente, però, l'ambito che più denota l'idea di arte è la scultura. Non chiedetemene il motivo: sento che ci sia qualcosa di magico, titanico, quasi prometeico, nel tirare fuori, dall'informe blocco di materia prima, qualcosa che sembra quasi vivere di vita propria. Avete idea di come lavori uno scultore? Io non sono un esperto, ma credo butti giù una bozza (che sia mentale o su carta, poco importa) e da quella parta. E' poi la volta del blocco, che viene dapprima sgrezzato, tirando fuori i contorni generali dell'opera e poi, man mano, scolpito ed intagliato fino ai particolari più minuti. Avete mai visto uno scultore riattaccare un pezzo di marmo residuo alla statua, nell'intento di riportarla ad un passaggio immediatamente precedente? Credo proprio di no! Impossibile ritornare sui propri passi, se non ripartendo da zero. Vi starete chiedendo cosa diavolo c'entri la scultura col bodybuilding. Tutto o niente, forse... Avete presente quelle ignobili e purtroppo ancora oggi estremamente in voga fasi di massa invernale? Quelle dove si mangia come dei maiali, perchè per definirsi “c'è sempre tempo”, dove si stipano calorie nella maniera più scriteriata ed approssimativa possibile, e a farla da padrona sono grassi e liquidi sottocutanei in stile fontana di Trevi. Il problema maggiore di questa contingenza temporale, dove ci si mette letteralmente “all'ingrasso”, è sostanzialmente uno: ci si preoccupa in primis di aumentare di peso e non di muscoli, senza capire che il guadagno in massa magra (quando c'è) è estremamente limitato. Poniamo che il soggetto in questione aumenti di cinque kg., prendendone uno di massa muscolare netta (filetto di prima scelta, se non ci fossimo capiti). Ovviamente, Mister X toccherà il cielo con un dito, avendo messo da settembre a fine aprile (il lasso temporale è stato dettato dalla “media” della durata delle fasi di massa, in palestra). Nel momento in cui si inizierà la fase di definizione (che culminerà nella passerella marittima, e anche di questo avevo parlato in un post precedente), l'obiettivo sarà ovviamente perdere i quattro chili di grasso mantenendo il singolo chilo di muscoli. Il problema è sostanzialmente che, una qualsiasi riduzione calorica (leggasi fase di dieta più “ristretta”) farà perdere, oltre che grasso, anche inevitabilmente un po' di massa muscolare (sto facendo riferimento ad atleti esclusivamente natural). Morale della favola: alla fine del priodo deputato alla definizione quel chilo faticosamente conquistato verrà inevitabilmente intaccato. Poniamo il caso rimangano 700/800 gr. di muscoli (nella migliore delle ipotesi): pensate valesse davvero la pena un tale aumento di peso per “tenere” meno di quello che si era guadagnato? Non sarebbe stato molto più responsabile puntare ad un aumento molto più pulito di peso (ad esempio 2 kg.), dove muscoli e grassi sarebbero stati più equamente suddivisi, e soprattutto dove ci si sarebbe allontanati il meno possibile da un ideale peso forma? Perdere un chilo di grasso è molto più semplice che doverne perdere quattro, e le restrizioni caloriche sarebbero state meno drastiche permettendo di intaccare la massa magra nella maniera più circoscritta possibile. Inoltre, ma come diavolo si fa a capire, su un aumento ponderale di cinque, sei e a volte più chili, quanto stia davvero crescendo il muscolo, coperto com'è da grasso e liquidi? Fatevi un piacere, mettete da parte un attimo quelle stramaledettissime misurazioni impedenziometriche che oramai spopolano nelle palestre. Grafici, “torte”, percentuali e via dicendo sono dati fantastici, non fraintendetemi, ma iniziate davvero a prendere in considerazione ciò che conta, nel bodybuilding: il colpo d'occhio! Guardatevi allo specchio e siate sinceri: quelle spalle sono più stondate rispetto ad un mese fa? I dorsali sono più larghi rispetto a due mesi fa? Le braccia son crsciute rispetto a tre mesi fa? Tornando alla metafora della statua di inizio post: il bodybuilding è costruzione del corpo, ed il diventare un maiale per poi scendere nuovamente di peso per creare un “capolavoro” (senza alcun miglioramento evidente) è una delle logiche più becere che possa guidare il nostro rapportarci con la cultura fisica. Gli aumenti più contenuti permettono di creare massa muscolare e sedimentarla, accrescerla e migliorarla. Che senso ha “buttar giù” pezzi, e poi ritornare sul proprio lavoro. Se ogni anno al “+ 1 kg.” segue inevitabilmente il “-1 kg.”, che ci si allena a fare? In tutto ciò, dove starebbe la progressione? Spero di avervi fornito importanti spunti di riflessione. Un buon weekend a tutti voi...

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