Sapete bene quanto l'attitudine da “bastian contrario” sia insita nel
mio DNA, e quanto spesso mi scagli contro i soliti luoghi comuni che
ammorbano l'ambiente delle palestre e dei quali, sinceramente, abbiamo
oramai piene le pxxxe. Il post di oggi sarà sulle (o, molto più
verosilmente, contro le) famosissime gallette di riso, ormai da tempo
immemore assurte a spuntino “light” di tanti aficionados della cultura
fisica. Che siano “light” non ci sono
dubbi: questi (trovati scartabellando il web) sono i valori nutrizionali
medi di una galletta – prot. 1 gr., carbo 5 gr., grassi 0. Un totale di
circa 25 calorie; un'inezia, praticamente. Innanzitutto, mi soffermerei
proprio sul discorso delle calorie: non sempre “meno” significa
necessariamente “meglio”. Inoltre, va doverosamente ricordato che
dovremmo smettere di limitarci a considerare la nostra alimentazione
come un pallottoliere: “aggiungo 10 calorie, ne tolgo 20”. La variabile
quantitativa, se da un lato va comunque tenuta in considerazione,
dall'altro può dirci ben poco, ed ai vari nutrienti bisognerebbe anche e
soprattutto guardare in rapporto al “timing” di assunzione ed allo
stimolo ormonale che essi determinano nel nostro organismo. Detto ciò,
passiamo alle nostre “amate” gallette. Che, in fin dei conti, sono uno
sbiadito ricordo di ciò che era il riso all'origine: io non sono certo
un esperto di processi produttivi dei cereali, ma sembra che le gallette
si ottengano per estrusione, un processo ad altissime temperature e
pressione dove i chicchi vengono “pestati” per benino all'interno di una
macchina (l'estrusore, appunto) e poi “sparati” fuori da piccoli fori.
La differenza di pressione, alla fine, dà al chicco quell'aspetto gonfio
che siamo abituati a vedere a processo finito. Ovviamente, non solo
avremo un prodotto ad altissimo indice glicemico (al più, preferibile
nel post-allenamento), ma anche un surrogato completamente privo di
vitamine, minerali e fibra, e con quantitativi di lisina (aminoacido
essenziale presente nel riso) depauperati dal violento trattamento. A
parità di peso, le gallette contengono circa il doppio delle calorie del
pane integrale ed hanno un costo decisamente elevato. Vorrei proprio
capire che giovamento si possa trarre da un cibo così, ed i vantaggi che
potrebbe apportare rispetto al consumo di, ad esempio, un frutto.
Meditate gente, meditate...
giovedì 27 novembre 2014
mercoledì 26 novembre 2014
Alzate laterali su panca inclinata
Si dice che la varietà sia il sale della vita, e questo è vero anche nel campo dell'allenamento coi pesi. Ogni tanto riscoprire esercizi dimenticati può farci fare un passo avanti nel massimo espletamento del nostro potenziale. Date un'occhiata a questa variante delle classicissime alzate laterali, e... Provatela! Il nome dell'autore dell'articolo è sinonimo di altissime competenze tecniche: Francesco Currò!
lunedì 24 novembre 2014
Glutammina e dimagrimento
Date un'occhiata al primo suggerimento per ridurre la "carbo craving", la voglia smodata di carboidrati che ci assale soprattutto durante le low-carb. Esattamente, la supplementazione di glutammina! E considerando che è Charles Poliquin, non proprio un Pinco Pallino qualsiasi, a sostenerlo, beh... se fossi in voi gli darei retta. Buona lettura...
domenica 23 novembre 2014
La mandorla di Avola
Il post di oggi è profondamente campanilista e assolutamente "made in
Sicily". Di "grassi" da esportare (tra la mandorla di Avola ed il
pistacchio di Bronte) ne avremmo davvero tanti, e di buonissimi (non
solo per le proprietà benefiche, ma anche per il sapore). Non me ne
vogliano gli americani, ma qui non c'è burro d'arachidi (che io adoro,
tra l'altro) che tenga. Dalla pagina Downloads potrete pure scaricare un interessantissimo report sulle peculiarità ed i valori nutrizionali del prodotto.
venerdì 21 novembre 2014
Rematore da seduto alla macchina
Nonostante il video sia di inizio 2013, l'esecuzione come Cristo comanda non passa mai di moda.
Nonostante il video sia di inizio 2013, l'esecuzione come Cristo comanda non passa mai di moda.
Posted by Healthy Muscles on Venerdì 21 novembre 2014
mercoledì 19 novembre 2014
Gli omega 3
L'olio di pesce che troviamo nelle perle gelatinose solitamente in
commercio contiene gli acidi grassi omega-3 EPA e DHA, acronimi
rispettivamente degli impronunciabili acido eicosapentaenoico e acido
docosaesaenoico, le cui peculiarità sono note oramai a tutti e li
rendono uno degli integratori più apprezzati in assoluto dagli sportivi.
Gli omega-3 fan parte degli acidi grassi polinsaturi e vengono
classificati come essenziali. Questo termine lo avevamo già ritrovato
a proposito di un determinato gruppo di aminoacidi, e sta ad indicare
l'incapacità del nostro corpo di sintetizzare tali acidi grassi e la
necessità di introdurli col cibo (nonostante ciò, la nostra
alimentazione ne è spesso povera). Per il momento, ometterò volutamente
di parlare dei loro precursori, e di come gli omega-3 competano con gli
omega-6. Sottolineo soltanto la necessità del mantenimento di un
equilibrio tra i due gruppi di acidi grassi; condizione che, se non
dovesse verificarsi, darebbe alla lunga il via ad importanti fenomeni
infiammatori.
Tra le peculiarità degli omega-3 troviamo:
- conclamata azione antitrombotica (riducono il rischio di una possibile formazione di coaguli nel sangue)
- controllo dei livelli plasmatici dei lipidi (l'azione è molto più marcata sui trigliceridi, meno sul colesterolo totale)
- controllo della pressione arteriosa
- efficace azione anti-infiammatoria, anche a livello del tessuto tendineo-legamentoso (cosa che potrebbe interessare non poco tutti coloro che si sottopongono a sforzi intensi ed usuranti)
- miglioramento della permeabilità della membrana cellulare (questo significa ottimizzare il trasporto di ossigeno e nutrienti ai muscoli)
- aumento della sensibilità all'insulina
Il cibo in assoluto più ricco di omega-3 è, neanche a dirlo, il pesce (soprattutto quello azzurro), nonostante anche nel mondo vegetale si trovino cibi che li contengono. Il web è pieno di articoli sugli omega-3 per cui, per coloro che volessero approfondire l'argomento, è sufficiente “googleare” il nome dei famosi acidi grassi. Per quanto non sia un supplemento che agisca in maniera diretta sulla crescita muscolare (come farebbero magari proteine in polvere e creatina), rappresenta comunque un validissimo alleato nel mantenimento di uno stato di salute ottimale, che dovrebbe essere l'humus di tutti i progressi in termini di aumento di forza, massa muscolare e definizione.
Tra le peculiarità degli omega-3 troviamo:
- conclamata azione antitrombotica (riducono il rischio di una possibile formazione di coaguli nel sangue)
- controllo dei livelli plasmatici dei lipidi (l'azione è molto più marcata sui trigliceridi, meno sul colesterolo totale)
- controllo della pressione arteriosa
- efficace azione anti-infiammatoria, anche a livello del tessuto tendineo-legamentoso (cosa che potrebbe interessare non poco tutti coloro che si sottopongono a sforzi intensi ed usuranti)
- miglioramento della permeabilità della membrana cellulare (questo significa ottimizzare il trasporto di ossigeno e nutrienti ai muscoli)
- aumento della sensibilità all'insulina
Il cibo in assoluto più ricco di omega-3 è, neanche a dirlo, il pesce (soprattutto quello azzurro), nonostante anche nel mondo vegetale si trovino cibi che li contengono. Il web è pieno di articoli sugli omega-3 per cui, per coloro che volessero approfondire l'argomento, è sufficiente “googleare” il nome dei famosi acidi grassi. Per quanto non sia un supplemento che agisca in maniera diretta sulla crescita muscolare (come farebbero magari proteine in polvere e creatina), rappresenta comunque un validissimo alleato nel mantenimento di uno stato di salute ottimale, che dovrebbe essere l'humus di tutti i progressi in termini di aumento di forza, massa muscolare e definizione.
martedì 18 novembre 2014
Ingrassare coi grassi oppure no?
Non credo mi stancherò mai di sottolineare l'importanza dei grassi (soprattutto quelli polinsaturi) nella nostra dieta.
Grassi, Grossi, Muffins...magari senza Muffins?In Svezia ci si annoia parecchio, così alcuni ricercatori dell'...
Posted by United Colors of Muscles on Giovedì 13 novembre 2014
lunedì 17 novembre 2014
Die Hard: la carne rossa è dannosa?
Tutti noi sappiamo bene quali e quante siano le riserve della
nutrizionistica classica riguardo il consumo giornaliero di carne rossa,
tant'è che spesso la frequentazione della carne bovina viene
consigliata, dai medici, per non più di 2-3 volte a settimana. Il
maggior dubbio è ovviamente legato al contenuto di grassi saturi e
colesterolo. Senza dimenticare mai che il colesterolo alimentare affetta
quello ematico per percentuali di gran
lunga più basse rispetto a quanto si è soliti credere, va comunque
specificato che un certo consumo di grassi saturi è basilare per il
mantenimento di livelli ottimali di testosterone. Il Dr. Rock Hall,
dietologo e docente di scienze dell'alimentazione presso l'Arizona State
University di Tempe, ci fa notare che circa un terzo degli acidi grassi
saturi contenuti nella carne di manzo è rappresentato dall'acido
stearico, che ha un effetto neutro sui livelli di colesterolo ematico.
Le problematiche che la carne di manzo porta con sè non hanno tanto una
natura intrinseca all'alimento stesso, ma sono molto più legate ai
metodi d'allevamento dell'animale e alle modalità di cottura.
Innanzitutto, gli attuali metodi d'allevamento prevedono che l'animale
venga nutrito con cereali: ciò permette di avere un capo da macellazione
molto più pesante, il cui rapporto omega 3:omega 6 è però ben lontano
dall'essere salutare. Per quanto riguarda la cottura, invece, va detto
che i sottoprodotti derivanti dalla carbonizzazione (pensate al servizio
andato in onda qualche settimana fa su Report, a proposito delle
“crosticine” delle pizze e dello stato di scarsa igiene dei forni) della
superficie della carne sono stati implicati nel rischio di carcinoma
gastrointestinale e prostatico.
domenica 16 novembre 2014
Aminoacidi ramificati da bere
Degli aminoacidi ramificati avevo già parlato il mese scorso, in un post del 6 Ottobre. Con questa immagine, invece, voglio fornirvi un rapidissimo promemoria
sui vantaggi delle formulazioni "iperleucinizzate" in polvere rispetto
alle classiche compresse 2:1:1.
sabato 15 novembre 2014
Arnold Tergicristaller
Ma si, dai: oggi è sabato! Rilassiamoci un attimo, e facciamoci una risata...
Ma si, dai: oggi è sabato! Rilassiamoci un attimo, e facciamoci una risata... :)
Posted by Healthy Muscles on Sabato 15 novembre 2014
venerdì 14 novembre 2014
Tricks & Tips: il riscaldamento prima dei pesi
Riguardo al concetto di riscaldamento, nelle palestre, vi è ancora
parecchia confusione. E' pacifico che vada fatto, ma restano comunque
nebulose le modalità. So bene dei pochi minuti di corsa antecedenti
l'allenamento coi pesi per elevare la temperatura corporea, ma va fatta
un po' di chiarezza. Innanzitutto, spesso l'intensità di qusta corsa è
troppo elevata, stancandosici immotivatamente. A questa fase, poi, segue
sovente il segmento allenante coi pesi,
col risultato di iniziare il workout vero e proprio col fiatone ed i
muscoli interessati praticamente freddi (a meno che non dobbiate
allenare le gambe), predisponendoli agli infortuni. La regola numero uno
dovrebbe quindi essere che, se il mio è un allenamento da bodybuilder,
il mio riscaldamento non dovrà essere nè da maratoneta nè da
centometrista. Appurato ciò, vediamo in quali termini debba prepararmi
all'allenamento vero e proprio. Qualche serie con carichi molto leggeri
(che mi permettano di arrivare a 15/20 reps. SENZA raggiungere
assolutamente il cedimento) rimane secondo me ancora il modo migliore
per introdursi al nostro programma. Queste serie serviranno a far
affluire sangue alla zona interessata, rendendo i muscoli più “viscosi”,
meno rigidi e pronti a carichi sostanziosi. Per quanto riguarda le
articolazioni e tutto il tessuto tendineo-legamentoso, il riscaldamento
funge da vero e proprio lubrificante, aiutando a ridurre al minimo il
rischio di infortuni. Altro vantaggio di un riscaldamento condotto
secondo la modalità che vi ho appena suggerito, è ovviamente quello di
farvi “ripassare” i movimenti che costituiranno la vostra sessione:
correggere l'altezza della seduta, la profondità dello schienale,
l'inclinazione della panca, la larghezza della presa sul bilanciere, la
posizione dei piedi sulla pedana, son tutte cose che van verificate
PRIMA di iniziare l'allenamento vero e proprio, per poi evitare
strattoni improvvisi o pause forzate durante la serie. Quel che
personalmente mi piace fare, è quello che chiamo un “riscaldamento
inverso”. Poniamo caso che debba allenare il petto con (nel seguente
ordine): panca piana, dip alle parallele e croci inclinate. Eseguirò
allora una serie da 15/20 reps. di ognuno degli esercizi indicati,
iniziando dall'ultimo e terminando il riscaldamento con la panca. Man
mano che mi avvicino alla fine del riscaldamento, mi accingo quindi a
fare gli esercizi che sono in cima alla mia scheda d'allenamento. In
questo modo si creerà una vera e propria “connesione” tra mente e
muscolo: l'ultimo serie del riscaldamento sarà così l'anticamera del
primo esercizio vero e proprio. Spero d'esservi stato d'aiuto e aver
fatto un po' di chiarezza. Buon allenamento...
mercoledì 12 novembre 2014
Il fruttosio
Siamo troppo spesso portati all'equazione "naturale = salutare", ma
purtroppo non sempre è così. E ciò è soprattutto vero nei casi di un
abuso di un alimento, qualsiasi esso sia. Basti pensare alla frutta,
della quale ci han sempre insegnato un gran bene. Sia ben chiaro che mai
e poi mai sminuirei l'importanza di questo prezioso alimento, ma i
rischi derivanti dal fruttosio in essa contenuto sono la dimostrazione
vivente (anzi, "vegetante") che non è tutto oro ciò che luccica. Se
problematiche derivanti dal consumo di grossi quantitativi di frutta
possono essere tangibili soprattutto per i sedentari e tutti coloro che
sono affetti da determinate patologie, è altresì vero che purtroppo il
fruttosio lo si ritrova anche in altro che non sia la frutta. Date
un'occhiata all'articolo...
lunedì 10 novembre 2014
Effetti di una supplementazione di 8 settimane di creatina e glutammina
Dato che mi piace sempre parlare con dati alla mano, credo che questo
studio sulla supplementazione di creatina e glutammina possa essere interessante.
Buona lettura...
sabato 8 novembre 2014
Inmaialarsi non è un dovere
Io amo l'arte, in qualsiasi forma essa si manifesti. Non importa se stia
ascoltando un'aria lirica, mi trovi davanti ad un quadro o all'interno
di una cattedrale antica. Un capolavoro mi lascia annichilito,
sbigottito, entusiasta, come un bambino di fronte alla propria
bicicletta nuova a Natale. Nella mia mente, però, l'ambito che più
denota l'idea di arte è la scultura. Non chiedetemene il motivo: sento
che ci sia qualcosa di magico, titanico, quasi prometeico, nel tirare
fuori, dall'informe blocco di materia prima, qualcosa che sembra quasi
vivere di vita propria. Avete idea di come lavori uno scultore? Io non
sono un esperto, ma credo butti giù una bozza (che sia mentale o su
carta, poco importa) e da quella parta. E' poi la volta del blocco, che
viene dapprima sgrezzato, tirando fuori i contorni generali dell'opera e
poi, man mano, scolpito ed intagliato fino ai particolari più minuti.
Avete mai visto uno scultore riattaccare un pezzo di marmo residuo alla
statua, nell'intento di riportarla ad un passaggio immediatamente
precedente? Credo proprio di no! Impossibile ritornare sui propri passi,
se non ripartendo da zero. Vi starete chiedendo cosa diavolo c'entri la
scultura col bodybuilding. Tutto o niente, forse... Avete presente
quelle ignobili e purtroppo ancora oggi estremamente in voga fasi di
massa invernale? Quelle dove si mangia come dei maiali, perchè per
definirsi “c'è sempre tempo”, dove si stipano calorie nella maniera più
scriteriata ed approssimativa possibile, e a farla da padrona sono
grassi e liquidi sottocutanei in stile fontana di Trevi. Il problema
maggiore di questa contingenza temporale, dove ci si mette letteralmente
“all'ingrasso”, è sostanzialmente uno: ci si preoccupa in primis di
aumentare di peso e non di muscoli, senza capire che il guadagno in
massa magra (quando c'è) è estremamente limitato. Poniamo che il
soggetto in questione aumenti di cinque kg., prendendone uno di massa
muscolare netta (filetto di prima scelta, se non ci fossimo capiti).
Ovviamente, Mister X toccherà il cielo con un dito, avendo messo da
settembre a fine aprile (il lasso temporale è stato dettato dalla
“media” della durata delle fasi di massa, in palestra). Nel momento in
cui si inizierà la fase di definizione (che culminerà nella passerella
marittima, e anche di questo avevo parlato in un post precedente),
l'obiettivo sarà ovviamente perdere i quattro chili di grasso mantenendo
il singolo chilo di muscoli. Il problema è sostanzialmente che, una
qualsiasi riduzione calorica (leggasi fase di dieta più “ristretta”)
farà perdere, oltre che grasso, anche inevitabilmente un po' di massa
muscolare (sto facendo riferimento ad atleti esclusivamente natural).
Morale della favola: alla fine del priodo deputato alla definizione quel
chilo faticosamente conquistato verrà inevitabilmente intaccato.
Poniamo il caso rimangano 700/800 gr. di muscoli (nella migliore delle
ipotesi): pensate valesse davvero la pena un tale aumento di peso per
“tenere” meno di quello che si era guadagnato? Non sarebbe stato molto
più responsabile puntare ad un aumento molto più pulito di peso (ad
esempio 2 kg.), dove muscoli e grassi sarebbero stati più equamente
suddivisi, e soprattutto dove ci si sarebbe allontanati il meno
possibile da un ideale peso forma? Perdere un chilo di grasso è molto
più semplice che doverne perdere quattro, e le restrizioni caloriche
sarebbero state meno drastiche permettendo di intaccare la massa magra
nella maniera più circoscritta possibile. Inoltre, ma come diavolo si fa
a capire, su un aumento ponderale di cinque, sei e a volte più chili,
quanto stia davvero crescendo il muscolo, coperto com'è da grasso e
liquidi? Fatevi un piacere, mettete da parte un attimo quelle
stramaledettissime misurazioni impedenziometriche che oramai spopolano
nelle palestre. Grafici, “torte”, percentuali e via dicendo sono dati
fantastici, non fraintendetemi, ma iniziate davvero a prendere in
considerazione ciò che conta, nel bodybuilding: il colpo d'occhio!
Guardatevi allo specchio e siate sinceri: quelle spalle sono più
stondate rispetto ad un mese fa? I dorsali sono più larghi rispetto a
due mesi fa? Le braccia son crsciute rispetto a tre mesi fa? Tornando
alla metafora della statua di inizio post: il bodybuilding è costruzione
del corpo, ed il diventare un maiale per poi scendere nuovamente di
peso per creare un “capolavoro” (senza alcun miglioramento evidente) è
una delle logiche più becere che possa guidare il nostro rapportarci con
la cultura fisica. Gli aumenti più contenuti permettono di creare massa
muscolare e sedimentarla, accrescerla e migliorarla. Che senso ha
“buttar giù” pezzi, e poi ritornare sul proprio lavoro. Se ogni anno al
“+ 1 kg.” segue inevitabilmente il “-1 kg.”, che ci si allena a fare? In
tutto ciò, dove starebbe la progressione? Spero di avervi fornito
importanti spunti di riflessione. Un buon weekend a tutti voi...
venerdì 7 novembre 2014
Integrazione consapevole
aminoacidi essenziali, aminoacidi ramificati, bcaa, creatina, glutammina, integrazione, proteine
Nessun commento
I primi post riguardanti l'integrazione hanno parlato di proteine in polvere, BCAA, EAA, creatina e glutammina; e tutto ciò non certo per
puro caso. Questi cinque supplementi, infatti, non solo sono i più
venduti ed i più conosciuti dal grande pubblico (eccezion fatta, forse,
per gli aminoacidi essenziali, dei quali spesso si sconosce la funzione e
l'esatta posologia), ma sono anche quelli sorretti, in assoluto, dal
maggior numero di studi scientifici che ne attesti l'efficacia
e l'utilità. Questi integratori funzionano e sono venduti per un
semplicissimo motivo: sono e rimarranno sempre le basi dell'integrazione
sportiva (ricordate che stiamo parlando di bodybuilding). Provate ad
immaginare la supplementazione come una piramide: in basso, la base è
costituita da determinati integratori, e man mano che si sale ci si
sposta verso esigenze sempre più specifiche. Trascurare la “base” della
piramide per passare ai “piani superiori”, è un po' come tirare la
coperta da un lato per scoprire i piedi dall'altro. Via libera
(ovviamente, sempre che ne abbiate DAVVERO bisogno) quindi ad
integratori come arginina, beta-alanina, citrullina e termogenici vari,
fermo restando che i bisogni di base andrebbero sempre e comunque
soddisfatti. Il consiglio che mi sento di darvi è sostanzialmente quello
di evitare di utilizzare, nello stesso periodo, cinque, sei o più
integratori insieme: così facendo non capirete cosa sta davvero
funzionando e cosa, di contro, non faccia al caso vostro. Iniziate con
due, massimo tre prodotti, e da lì (in base alle esigenze dettate da
allenamento e dieta che dovranno sempre svilupparsi di pari passo),
valuterete se aggiungere o cambiare qualcosa. Integrate... con la testa!
giovedì 6 novembre 2014
La glutammina
La glutammina è un aminoacido non essenziale che il nostro organismo, in
situazioni normali, è in grado di produrre in maniera regolare. E'
l'aminoacido più abbondante nella nostra muscolatura, rappresentando
circa il 60% del patrimonio aminoacidico totale. E' stato definito un
aminoacido parzialmente condizionante nel senso che, in particolari
condizioni di stress psico-fisico, una sua integrazione può essere
cruciale, dato che il nostro corpo ne richiede un’elevata
quantità. Infatti, la glutammina è ampiamente impiegata dal sistema
immunitario e dall’intestino per rimanere in buona salute, e nei momenti
in cui la produzione endogena non riesce a far fronte a queste
richieste solitamente è la glutammina muscolare a farne le spese (con
conseguente calo della performance). E' inoltre l’unico aminoacido in
grado di passare intatto la barriera emato-encefalica favorendo la
concentrazione (questo ne fa un “asso nella manica” per gli studenti e
tutti quelli che conducono ritmi di vita estremamente frenetici). La
glutammina è un ottimo volumizzatore muscolare (grazie alla sua capacità
di attirare acqua nella cellula muscolare, condizione che – come
avevamo visto per la creatina – è l' “anticamera” della vera e propria
crescita muscolare), favorisce la sintesi proteica, migliora la
concentrazione di leucina nei muscoli, riduce l'affaticamento muscolare
grazie all'azione tampone nei confronti dell'acido lattico e ha anche
una funzione anticatabolica (è uno degli integratori ideali nelle diete
"low carb" per la sua capacità di mantenere la pienezza e durezza
muscolare). E proprio relativamente alle diete “low carb”, è importante
notare che la glutammina riesce anche ad espletare un'importante azione
energetica. E' stato inoltre dimostrato che bassi livelli ematici di
glutammina inibiscono la produzione endogena di GH. Un'altra importante
peculiarità della glutammina è la capacità di favorire la
detossificazione dall'ammoniaca, una sostanza tossica derivante dal
metabolismo proteico. Per risolvere il problema della scarsa stabilità
della glutammina e il fatto che sia largamente assorbita dal sistema
immunitario e dall’intestino, si è ricorso alla glutammina peptidica
(ottenuta dal germe di grano), in grado di avere un’azione più marcata
sulla muscolatura. Negli ultimi anni sono state immesse sul mercato
innumerevoli forme di glutammina, anch’esse più stabili della classica
L-Glutammina grazie ad un legame con sali o gruppi estere: glutammina
AKG, glutammina malato, glutammina etil estere, N-acetil-L-glutammina,
L-alanil-L-glutammina, etc.
In seguito a quanto detto sopra, i momenti migliori per assumere la glutammina sono almeno quattro: appena alzati, pre e post-workout, e la sera prima di andare a dormire.
In seguito a quanto detto sopra, i momenti migliori per assumere la glutammina sono almeno quattro: appena alzati, pre e post-workout, e la sera prima di andare a dormire.
martedì 4 novembre 2014
Paventata pericolosità della dieta iperproteica
Di prove scientifiche che le diete iperproteiche (ovviamente, è sempre da stabilire per chi, ed -iper- in rapporto a cosa!), in un individuo SANO, fossero dannose, non ne esistevano. Ma l'oscurantismo di una certa classe medica ha, da sempre, elevato a quasi mortale un introito proteico superiore ad una teorica "media". Vi posto qui l'articolo di Marco Di Ruscio, tratto da UCoM: la prossima volta che vi diranno "le proteine fan male", potete sbattere loro sul grugno questi dati qui.
UCoM marco di ruscioQuando un medico o un "esperto" (esperienza diretta) continua a diffondere false e infondate...
Posted by United Colors of Muscles on Martedì 28 ottobre 2014
domenica 2 novembre 2014
La paleo dieta
Inizio la rubrica dedicata alle differenti tipologie alimentari con un
approccio che ha fatto, negli ultimi anni, parecchio parlare di sè
presso gli amanti del bodybuilding, dividendoli quasi in due opposte
fazioni: oltranzisti della paleo e detrattori, integralisti della
bistecca e paleoscettici, e chi più ne ha più ne metta. Innanzitutto,
secondo un mio modestissimo parere, la paleo non è assolutamente una
dieta, ma molto più semplicemente una lista di cibi dalla quale
attingere. Viene totalmente abbandonato il concetto di cibo introdotto,
con chirurgica regolarità, ogni 2 ore e mezza/3 ore, ed inoltre anche il
dogma delle porzioni pesate (e soppesate) fino all'ultimo
grammo/caloria viene scardinato. Si mangia a sazietà, e solo quando se
ne ha voglia. Questi due punti di sicuro la allontanano dalla concezione
di dieta solitamente intesa. Ma andiamo con ordine. La paleo si basa
sul concetto che, fino a circa 10.000 anni fa, l'uomo primitivo godeva
di uno stato di salute di gran lunga migliore di quello che oggi
potrebbe essere mediamente definito “stare bene”, ed inoltre godeva di
masse muscolari in grado di far invidia ad un peso medio. L'incidenza di
malattie degenerative sembrava essere molto più bassa dell'attuale; poi
poco contava se a 25 anni finivi divorato da una tigre dai denti a
sciabola (cazzi tuoi!). Muscoli e salute, insomma, e sembra che tutto
dipendesse dal modo in cui i nostri “nonni” mangiavano: cacciatori che
divoravano tanta carne e pesce, meritata ricompensa di estenuanti
battute di caccia e di pesca, il tutto accompagnato da tuberi, vegetali,
bacche, semi e frutta oleosa (nella paleo attuale sono concesse anche
le uova e l'olio extravergine). Per quanto riguarda i cibi vietati:
riso, pasta, cereali, legumi, carboidrati “di mano umana” e zucchero,
latticini in genere. Il passaggio dal nomade allo stanziale comportò
anche un cambiamento delle abitudini alimentari: nacque l'agricoltura, e
l'incertezza delle battute di caccia venne sostituita dalla
rassicurante presenza dei cereali. Se però questo da un lato garantiva
cibo in qualsiasi periodo dell'anno, dall'altro (sempre secondo
l'orientamento paleo) iniziò a generare intolleranze, allergie,
malattie. Al di là del fascino folkloristico che determinati
orientamenti possono generare, va detto che l'estremizzazione non porta
mai a nulla di buono. Per quel che mi riguarda, sono d'accordo (senza
abbracciarne la filosofia tout-court, ovviamente) su alcuni precetti
della paleo e, nello specifico, nella necessità di ritornare a mangiare
in una maniera il più naturale possibile. Le attuali tecnologie
alimentari depauperano quasi totalmente i cibi del loro originario
contenuto di micronutrienti, ed i numerosi additivi/conservanti aggiunti
non fanno altro che allontanare il cibo dall'essere qualcosa che possa
aiutarci a mantenere uno stato di salute ottimale. La mucca pazza, il
pollo scemo, la vacca “bombata”, il pesce ricco di mercurio, frutta e
verdura piene di diserbanti: ma che diavolo dovremmo mangiare? Se
volessimo seguire alla lettera i dettami della paleo, ci “basterebbe”
imbracciare una bella lancia, uscire dalla nostra grotta buia ed umida
ed andare a caccia. Capite bene l'irrealizzabilità di una paleo
“genuina”. D'altronde, se è vero che il grano attuale ha ben poco a che
vedere con quello di anche solo un centinaio di anni fa, è altrettanto
vero che un piatto di riso, dei focchi d'avena o dei legumi ogni tanto
non abbiano mai ucciso nessuno (ovvie intolleranze/allergie fan storia a
sè, ovviamente). In definitiva, credo la paleo abbia sicuramente dei
punti interessanti (cibo il meno lavorato possibile, livelli di insulina
mantenuti sempre entro limiti di accettabilità, grossi quantitativi di
verdure e frutta da consumare). Bisogna però essere sempre in grado di
mediare quelli che sono dei veri e propri “diktat” alimentari con le
esigenze di ognuno di noi. Per quelli che volessero ulteriormente
approfondire il tema della paleo, eccovi il sito del suo “ideatore”,
Loren Cordain: http://thepaleodiet.com/
sabato 1 novembre 2014
Tricks & Tips: tricipiti a-la Ben Pakulski
Sono sempre stato dell'idea che si impari dai maestri e non certo dagli
asini. Date allora un'occhiata a questa piccola "dritta" suggeritavi da
Ben Pakulski, che di certo non è un Pinco Pallino qualsiasi. Porsi dal
lato opposto al pacco pesi, ed avvicinarsi man mano che si raggiunge il
cedimento, permette di eseguire un vero e proprio drop set senza,
paradossalmente, la necessità di diminuire il carico. In questo senso
qui, gioca grossa importanza l'angolo che si crea tra il polso ed il
cavo. Enjoy!
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Ritorniamo su coordinate "audiovisive". Dal Tubo, oggi, ho riesumato questo vecchio video d'allenamento di Milos Sarcev, da...
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Oggi voglio proporvi due tra i principi di allenamento che preferisco. Li reputo talmente basilari ed importanti ai fini della "ripeti...
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