giovedì 27 novembre 2014

Die Hard: le gallette "dietetiche"

Sapete bene quanto l'attitudine da “bastian contrario” sia insita nel mio DNA, e quanto spesso mi scagli contro i soliti luoghi comuni che ammorbano l'ambiente delle palestre e dei quali, sinceramente, abbiamo oramai piene le pxxxe. Il post di oggi sarà sulle (o, molto più verosilmente, contro le) famosissime gallette di riso, ormai da tempo immemore assurte a spuntino “light” di tanti aficionados della cultura fisica. Che siano “light” non ci sono dubbi: questi (trovati scartabellando il web) sono i valori nutrizionali medi di una galletta – prot. 1 gr., carbo 5 gr., grassi 0. Un totale di circa 25 calorie; un'inezia, praticamente. Innanzitutto, mi soffermerei proprio sul discorso delle calorie: non sempre “meno” significa necessariamente “meglio”. Inoltre, va doverosamente ricordato che dovremmo smettere di limitarci a considerare la nostra alimentazione come un pallottoliere: “aggiungo 10 calorie, ne tolgo 20”. La variabile quantitativa, se da un lato va comunque tenuta in considerazione, dall'altro può dirci ben poco, ed ai vari nutrienti bisognerebbe anche e soprattutto guardare in rapporto al “timing” di assunzione ed allo stimolo ormonale che essi determinano nel nostro organismo. Detto ciò, passiamo alle nostre “amate” gallette. Che, in fin dei conti, sono uno sbiadito ricordo di ciò che era il riso all'origine: io non sono certo un esperto di processi produttivi dei cereali, ma sembra che le gallette si ottengano per estrusione, un processo ad altissime temperature e pressione dove i chicchi vengono “pestati” per benino all'interno di una macchina (l'estrusore, appunto) e poi “sparati” fuori da piccoli fori. La differenza di pressione, alla fine, dà al chicco quell'aspetto gonfio che siamo abituati a vedere a processo finito. Ovviamente, non solo avremo un prodotto ad altissimo indice glicemico (al più, preferibile nel post-allenamento), ma anche un surrogato completamente privo di vitamine, minerali e fibra, e con quantitativi di lisina (aminoacido essenziale presente nel riso) depauperati dal violento trattamento. A parità di peso, le gallette contengono circa il doppio delle calorie del pane integrale ed hanno un costo decisamente elevato. Vorrei proprio capire che giovamento si possa trarre da un cibo così, ed i vantaggi che potrebbe apportare rispetto al consumo di, ad esempio, un frutto. Meditate gente, meditate...

mercoledì 26 novembre 2014

Alzate laterali su panca inclinata

Si dice che la varietà sia il sale della vita, e questo è vero anche nel campo dell'allenamento coi pesi. Ogni tanto riscoprire esercizi dimenticati può farci fare un passo avanti nel massimo espletamento del nostro potenziale. Date un'occhiata a questa variante delle classicissime alzate laterali, e... Provatela! Il nome dell'autore dell'articolo è sinonimo di altissime competenze tecniche: Francesco Currò!

lunedì 24 novembre 2014

Glutammina e dimagrimento

Date un'occhiata al primo suggerimento per ridurre la "carbo craving", la voglia smodata di carboidrati che ci assale soprattutto durante le low-carb. Esattamente, la supplementazione di glutammina! E considerando che è Charles Poliquin, non proprio un Pinco Pallino qualsiasi, a sostenerlo, beh... se fossi in voi gli darei retta. Buona lettura...

domenica 23 novembre 2014

La mandorla di Avola

Il post di oggi è profondamente campanilista e assolutamente "made in Sicily". Di "grassi" da esportare (tra la mandorla di Avola ed il pistacchio di Bronte) ne avremmo davvero tanti, e di buonissimi (non solo per le proprietà benefiche, ma anche per il sapore). Non me ne vogliano gli americani, ma qui non c'è burro d'arachidi (che io adoro, tra l'altro) che tenga. Dalla pagina Downloads potrete pure scaricare un interessantissimo report sulle peculiarità ed i valori nutrizionali del prodotto.

venerdì 21 novembre 2014

Rematore da seduto alla macchina

Nonostante il video sia di inizio 2013, l'esecuzione come Cristo comanda non passa mai di moda.


Nonostante il video sia di inizio 2013, l'esecuzione come Cristo comanda non passa mai di moda.
Posted by Healthy Muscles on Venerdì 21 novembre 2014

mercoledì 19 novembre 2014

Gli omega 3

L'olio di pesce che troviamo nelle perle gelatinose solitamente in commercio contiene gli acidi grassi omega-3 EPA e DHA, acronimi rispettivamente degli impronunciabili acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico, le cui peculiarità sono note oramai a tutti e li rendono uno degli integratori più apprezzati in assoluto dagli sportivi. Gli omega-3 fan parte degli acidi grassi polinsaturi e vengono classificati come essenziali. Questo termine lo avevamo già ritrovato a proposito di un determinato gruppo di aminoacidi, e sta ad indicare l'incapacità del nostro corpo di sintetizzare tali acidi grassi e la necessità di introdurli col cibo (nonostante ciò, la nostra alimentazione ne è spesso povera). Per il momento, ometterò volutamente di parlare dei loro precursori, e di come gli omega-3 competano con gli omega-6. Sottolineo soltanto la necessità del mantenimento di un equilibrio tra i due gruppi di acidi grassi; condizione che, se non dovesse verificarsi, darebbe alla lunga il via ad importanti fenomeni infiammatori.
Tra le peculiarità degli omega-3 troviamo:
- conclamata azione antitrombotica (riducono il rischio di una possibile formazione di coaguli nel sangue)
- controllo dei livelli plasmatici dei lipidi (l'azione è molto più marcata sui trigliceridi, meno sul colesterolo totale)
- controllo della pressione arteriosa
- efficace azione anti-infiammatoria, anche a livello del tessuto tendineo-legamentoso (cosa che potrebbe interessare non poco tutti coloro che si sottopongono a sforzi intensi ed usuranti)
- miglioramento della permeabilità della membrana cellulare (questo significa ottimizzare il trasporto di ossigeno e nutrienti ai muscoli)
- aumento della sensibilità all'insulina
Il cibo in assoluto più ricco di omega-3 è, neanche a dirlo, il pesce (soprattutto quello azzurro), nonostante anche nel mondo vegetale si trovino cibi che li contengono. Il web è pieno di articoli sugli omega-3 per cui, per coloro che volessero approfondire l'argomento, è sufficiente “googleare” il nome dei famosi acidi grassi. Per quanto non sia un supplemento che agisca in maniera diretta sulla crescita muscolare (come farebbero magari proteine in polvere e creatina), rappresenta comunque un validissimo alleato nel mantenimento di uno stato di salute ottimale, che dovrebbe essere l'humus di tutti i progressi in termini di aumento di forza, massa muscolare e definizione.


martedì 18 novembre 2014

Ingrassare coi grassi oppure no?

Non credo mi stancherò mai di sottolineare l'importanza dei grassi (soprattutto quelli polinsaturi) nella nostra dieta.

Grassi, Grossi, Muffins...magari senza Muffins?In Svezia ci si annoia parecchio, così alcuni ricercatori dell'...
Posted by United Colors of Muscles on Giovedì 13 novembre 2014

lunedì 17 novembre 2014

Die Hard: la carne rossa è dannosa?

Tutti noi sappiamo bene quali e quante siano le riserve della nutrizionistica classica riguardo il consumo giornaliero di carne rossa, tant'è che spesso la frequentazione della carne bovina viene consigliata, dai medici, per non più di 2-3 volte a settimana. Il maggior dubbio è ovviamente legato al contenuto di grassi saturi e colesterolo. Senza dimenticare mai che il colesterolo alimentare affetta quello ematico per percentuali di gran lunga più basse rispetto a quanto si è soliti credere, va comunque specificato che un certo consumo di grassi saturi è basilare per il mantenimento di livelli ottimali di testosterone. Il Dr. Rock Hall, dietologo e docente di scienze dell'alimentazione presso l'Arizona State University di Tempe, ci fa notare che circa un terzo degli acidi grassi saturi contenuti nella carne di manzo è rappresentato dall'acido stearico, che ha un effetto neutro sui livelli di colesterolo ematico. Le problematiche che la carne di manzo porta con sè non hanno tanto una natura intrinseca all'alimento stesso, ma sono molto più legate ai metodi d'allevamento dell'animale e alle modalità di cottura. Innanzitutto, gli attuali metodi d'allevamento prevedono che l'animale venga nutrito con cereali: ciò permette di avere un capo da macellazione molto più pesante, il cui rapporto omega 3:omega 6 è però ben lontano dall'essere salutare. Per quanto riguarda la cottura, invece, va detto che i sottoprodotti derivanti dalla carbonizzazione (pensate al servizio andato in onda qualche settimana fa su Report, a proposito delle “crosticine” delle pizze e dello stato di scarsa igiene dei forni) della superficie della carne sono stati implicati nel rischio di carcinoma gastrointestinale e prostatico.

domenica 16 novembre 2014

Aminoacidi ramificati da bere

Degli aminoacidi ramificati avevo già parlato il mese scorso, in un post del 6 Ottobre. Con questa immagine, invece, voglio fornirvi un rapidissimo promemoria sui vantaggi delle formulazioni "iperleucinizzate" in polvere rispetto alle classiche compresse 2:1:1.

sabato 15 novembre 2014

venerdì 14 novembre 2014

Tricks & Tips: il riscaldamento prima dei pesi

Riguardo al concetto di riscaldamento, nelle palestre, vi è ancora parecchia confusione. E' pacifico che vada fatto, ma restano comunque nebulose le modalità. So bene dei pochi minuti di corsa antecedenti l'allenamento coi pesi per elevare la temperatura corporea, ma va fatta un po' di chiarezza. Innanzitutto, spesso l'intensità di qusta corsa è troppo elevata, stancandosici immotivatamente. A questa fase, poi, segue sovente il segmento allenante coi pesi, col risultato di iniziare il workout vero e proprio col fiatone ed i muscoli interessati praticamente freddi (a meno che non dobbiate allenare le gambe), predisponendoli agli infortuni. La regola numero uno dovrebbe quindi essere che, se il mio è un allenamento da bodybuilder, il mio riscaldamento non dovrà essere nè da maratoneta nè da centometrista. Appurato ciò, vediamo in quali termini debba prepararmi all'allenamento vero e proprio. Qualche serie con carichi molto leggeri (che mi permettano di arrivare a 15/20 reps. SENZA raggiungere assolutamente il cedimento) rimane secondo me ancora il modo migliore per introdursi al nostro programma. Queste serie serviranno a far affluire sangue alla zona interessata, rendendo i muscoli più “viscosi”, meno rigidi e pronti a carichi sostanziosi. Per quanto riguarda le articolazioni e tutto il tessuto tendineo-legamentoso, il riscaldamento funge da vero e proprio lubrificante, aiutando a ridurre al minimo il rischio di infortuni. Altro vantaggio di un riscaldamento condotto secondo la modalità che vi ho appena suggerito, è ovviamente quello di farvi “ripassare” i movimenti che costituiranno la vostra sessione: correggere l'altezza della seduta, la profondità dello schienale, l'inclinazione della panca, la larghezza della presa sul bilanciere, la posizione dei piedi sulla pedana, son tutte cose che van verificate PRIMA di iniziare l'allenamento vero e proprio, per poi evitare strattoni improvvisi o pause forzate durante la serie. Quel che personalmente mi piace fare, è quello che chiamo un “riscaldamento inverso”. Poniamo caso che debba allenare il petto con (nel seguente ordine): panca piana, dip alle parallele e croci inclinate. Eseguirò allora una serie da 15/20 reps. di ognuno degli esercizi indicati, iniziando dall'ultimo e terminando il riscaldamento con la panca. Man mano che mi avvicino alla fine del riscaldamento, mi accingo quindi a fare gli esercizi che sono in cima alla mia scheda d'allenamento. In questo modo si creerà una vera e propria “connesione” tra mente e muscolo: l'ultimo serie del riscaldamento sarà così l'anticamera del primo esercizio vero e proprio. Spero d'esservi stato d'aiuto e aver fatto un po' di chiarezza. Buon allenamento...

mercoledì 12 novembre 2014

Il fruttosio

Siamo troppo spesso portati all'equazione "naturale = salutare", ma purtroppo non sempre è così. E ciò è soprattutto vero nei casi di un abuso di un alimento, qualsiasi esso sia. Basti pensare alla frutta, della quale ci han sempre insegnato un gran bene. Sia ben chiaro che mai e poi mai sminuirei l'importanza di questo prezioso alimento, ma i rischi derivanti dal fruttosio in essa contenuto sono la dimostrazione vivente (anzi, "vegetante") che non è tutto oro ciò che luccica. Se problematiche derivanti dal consumo di grossi quantitativi di frutta possono essere tangibili soprattutto per i sedentari e tutti coloro che sono affetti da determinate patologie, è altresì vero che purtroppo il fruttosio lo si ritrova anche in altro che non sia la frutta. Date un'occhiata all'articolo...

lunedì 10 novembre 2014

sabato 8 novembre 2014

Inmaialarsi non è un dovere

Io amo l'arte, in qualsiasi forma essa si manifesti. Non importa se stia ascoltando un'aria lirica, mi trovi davanti ad un quadro o all'interno di una cattedrale antica. Un capolavoro mi lascia annichilito, sbigottito, entusiasta, come un bambino di fronte alla propria bicicletta nuova a Natale. Nella mia mente, però, l'ambito che più denota l'idea di arte è la scultura. Non chiedetemene il motivo: sento che ci sia qualcosa di magico, titanico, quasi prometeico, nel tirare fuori, dall'informe blocco di materia prima, qualcosa che sembra quasi vivere di vita propria. Avete idea di come lavori uno scultore? Io non sono un esperto, ma credo butti giù una bozza (che sia mentale o su carta, poco importa) e da quella parta. E' poi la volta del blocco, che viene dapprima sgrezzato, tirando fuori i contorni generali dell'opera e poi, man mano, scolpito ed intagliato fino ai particolari più minuti. Avete mai visto uno scultore riattaccare un pezzo di marmo residuo alla statua, nell'intento di riportarla ad un passaggio immediatamente precedente? Credo proprio di no! Impossibile ritornare sui propri passi, se non ripartendo da zero. Vi starete chiedendo cosa diavolo c'entri la scultura col bodybuilding. Tutto o niente, forse... Avete presente quelle ignobili e purtroppo ancora oggi estremamente in voga fasi di massa invernale? Quelle dove si mangia come dei maiali, perchè per definirsi “c'è sempre tempo”, dove si stipano calorie nella maniera più scriteriata ed approssimativa possibile, e a farla da padrona sono grassi e liquidi sottocutanei in stile fontana di Trevi. Il problema maggiore di questa contingenza temporale, dove ci si mette letteralmente “all'ingrasso”, è sostanzialmente uno: ci si preoccupa in primis di aumentare di peso e non di muscoli, senza capire che il guadagno in massa magra (quando c'è) è estremamente limitato. Poniamo che il soggetto in questione aumenti di cinque kg., prendendone uno di massa muscolare netta (filetto di prima scelta, se non ci fossimo capiti). Ovviamente, Mister X toccherà il cielo con un dito, avendo messo da settembre a fine aprile (il lasso temporale è stato dettato dalla “media” della durata delle fasi di massa, in palestra). Nel momento in cui si inizierà la fase di definizione (che culminerà nella passerella marittima, e anche di questo avevo parlato in un post precedente), l'obiettivo sarà ovviamente perdere i quattro chili di grasso mantenendo il singolo chilo di muscoli. Il problema è sostanzialmente che, una qualsiasi riduzione calorica (leggasi fase di dieta più “ristretta”) farà perdere, oltre che grasso, anche inevitabilmente un po' di massa muscolare (sto facendo riferimento ad atleti esclusivamente natural). Morale della favola: alla fine del priodo deputato alla definizione quel chilo faticosamente conquistato verrà inevitabilmente intaccato. Poniamo il caso rimangano 700/800 gr. di muscoli (nella migliore delle ipotesi): pensate valesse davvero la pena un tale aumento di peso per “tenere” meno di quello che si era guadagnato? Non sarebbe stato molto più responsabile puntare ad un aumento molto più pulito di peso (ad esempio 2 kg.), dove muscoli e grassi sarebbero stati più equamente suddivisi, e soprattutto dove ci si sarebbe allontanati il meno possibile da un ideale peso forma? Perdere un chilo di grasso è molto più semplice che doverne perdere quattro, e le restrizioni caloriche sarebbero state meno drastiche permettendo di intaccare la massa magra nella maniera più circoscritta possibile. Inoltre, ma come diavolo si fa a capire, su un aumento ponderale di cinque, sei e a volte più chili, quanto stia davvero crescendo il muscolo, coperto com'è da grasso e liquidi? Fatevi un piacere, mettete da parte un attimo quelle stramaledettissime misurazioni impedenziometriche che oramai spopolano nelle palestre. Grafici, “torte”, percentuali e via dicendo sono dati fantastici, non fraintendetemi, ma iniziate davvero a prendere in considerazione ciò che conta, nel bodybuilding: il colpo d'occhio! Guardatevi allo specchio e siate sinceri: quelle spalle sono più stondate rispetto ad un mese fa? I dorsali sono più larghi rispetto a due mesi fa? Le braccia son crsciute rispetto a tre mesi fa? Tornando alla metafora della statua di inizio post: il bodybuilding è costruzione del corpo, ed il diventare un maiale per poi scendere nuovamente di peso per creare un “capolavoro” (senza alcun miglioramento evidente) è una delle logiche più becere che possa guidare il nostro rapportarci con la cultura fisica. Gli aumenti più contenuti permettono di creare massa muscolare e sedimentarla, accrescerla e migliorarla. Che senso ha “buttar giù” pezzi, e poi ritornare sul proprio lavoro. Se ogni anno al “+ 1 kg.” segue inevitabilmente il “-1 kg.”, che ci si allena a fare? In tutto ciò, dove starebbe la progressione? Spero di avervi fornito importanti spunti di riflessione. Un buon weekend a tutti voi...

venerdì 7 novembre 2014

Integrazione consapevole

I primi post riguardanti l'integrazione hanno parlato di proteine in polvere, BCAA, EAA, creatina e glutammina; e tutto ciò non certo per puro caso. Questi cinque supplementi, infatti, non solo sono i più venduti ed i più conosciuti dal grande pubblico (eccezion fatta, forse, per gli aminoacidi essenziali, dei quali spesso si sconosce la funzione e l'esatta posologia), ma sono anche quelli sorretti, in assoluto, dal maggior numero di studi scientifici che ne attesti l'efficacia e l'utilità. Questi integratori funzionano e sono venduti per un semplicissimo motivo: sono e rimarranno sempre le basi dell'integrazione sportiva (ricordate che stiamo parlando di bodybuilding). Provate ad immaginare la supplementazione come una piramide: in basso, la base è costituita da determinati integratori, e man mano che si sale ci si sposta verso esigenze sempre più specifiche. Trascurare la “base” della piramide per passare ai “piani superiori”, è un po' come tirare la coperta da un lato per scoprire i piedi dall'altro. Via libera (ovviamente, sempre che ne abbiate DAVVERO bisogno) quindi ad integratori come arginina, beta-alanina, citrullina e termogenici vari, fermo restando che i bisogni di base andrebbero sempre e comunque soddisfatti. Il consiglio che mi sento di darvi è sostanzialmente quello di evitare di utilizzare, nello stesso periodo, cinque, sei o più integratori insieme: così facendo non capirete cosa sta davvero funzionando e cosa, di contro, non faccia al caso vostro. Iniziate con due, massimo tre prodotti, e da lì (in base alle esigenze dettate da allenamento e dieta che dovranno sempre svilupparsi di pari passo), valuterete se aggiungere o cambiare qualcosa. Integrate... con la testa!

giovedì 6 novembre 2014

La glutammina

La glutammina è un aminoacido non essenziale che il nostro organismo, in situazioni normali, è in grado di produrre in maniera regolare. E' l'aminoacido più abbondante nella nostra muscolatura, rappresentando circa il 60% del patrimonio aminoacidico totale. E' stato definito un aminoacido parzialmente condizionante nel senso che, in particolari condizioni di stress psico-fisico, una sua integrazione può essere cruciale, dato che il nostro corpo ne richiede un’elevata quantità. Infatti, la glutammina è ampiamente impiegata dal sistema immunitario e dall’intestino per rimanere in buona salute, e nei momenti in cui la produzione endogena non riesce a far fronte a queste richieste solitamente è la glutammina muscolare a farne le spese (con conseguente calo della performance). E' inoltre l’unico aminoacido in grado di passare intatto la barriera emato-encefalica favorendo la concentrazione (questo ne fa un “asso nella manica” per gli studenti e tutti quelli che conducono ritmi di vita estremamente frenetici). La glutammina è un ottimo volumizzatore muscolare (grazie alla sua capacità di attirare acqua nella cellula muscolare, condizione che – come avevamo visto per la creatina – è l' “anticamera” della vera e propria crescita muscolare), favorisce la sintesi proteica, migliora la concentrazione di leucina nei muscoli, riduce l'affaticamento muscolare grazie all'azione tampone nei confronti dell'acido lattico e ha anche una funzione anticatabolica (è uno degli integratori ideali nelle diete "low carb" per la sua capacità di mantenere la pienezza e durezza muscolare). E proprio relativamente alle diete “low carb”, è importante notare che la glutammina riesce anche ad espletare un'importante azione energetica. E' stato inoltre dimostrato che bassi livelli ematici di glutammina inibiscono la produzione endogena di GH. Un'altra importante peculiarità della glutammina è la capacità di favorire la detossificazione dall'ammoniaca, una sostanza tossica derivante dal metabolismo proteico. Per risolvere il problema della scarsa stabilità della glutammina e il fatto che sia largamente assorbita dal sistema immunitario e dall’intestino, si è ricorso alla glutammina peptidica (ottenuta dal germe di grano), in grado di avere un’azione più marcata sulla muscolatura. Negli ultimi anni sono state immesse sul mercato innumerevoli forme di glutammina, anch’esse più stabili della classica L-Glutammina grazie ad un legame con sali o gruppi estere: glutammina AKG, glutammina malato, glutammina etil estere, N-acetil-L-glutammina, L-alanil-L-glutammina, etc.
In seguito a quanto detto sopra, i momenti migliori per assumere la glutammina sono almeno quattro: appena alzati, pre e post-workout, e la sera prima di andare a dormire.


martedì 4 novembre 2014

Paventata pericolosità della dieta iperproteica

Di prove scientifiche che le diete iperproteiche (ovviamente, è sempre da stabilire per chi, ed -iper- in rapporto a cosa!), in un individuo SANO, fossero dannose, non ne esistevano. Ma l'oscurantismo di una certa classe medica ha, da sempre, elevato a quasi mortale un introito proteico superiore ad una teorica "media". Vi posto qui l'articolo di Marco Di Ruscio, tratto da UCoM: la prossima volta che vi diranno "le proteine fan male", potete sbattere loro sul grugno questi dati qui.

UCoM marco di ruscioQuando un medico o un "esperto" (esperienza diretta) continua a diffondere false e infondate...
Posted by United Colors of Muscles on Martedì 28 ottobre 2014

domenica 2 novembre 2014

La paleo dieta

Inizio la rubrica dedicata alle differenti tipologie alimentari con un approccio che ha fatto, negli ultimi anni, parecchio parlare di sè presso gli amanti del bodybuilding, dividendoli quasi in due opposte fazioni: oltranzisti della paleo e detrattori, integralisti della bistecca e paleoscettici, e chi più ne ha più ne metta. Innanzitutto, secondo un mio modestissimo parere, la paleo non è assolutamente una dieta, ma molto più semplicemente una lista di cibi dalla quale attingere. Viene totalmente abbandonato il concetto di cibo introdotto, con chirurgica regolarità, ogni 2 ore e mezza/3 ore, ed inoltre anche il dogma delle porzioni pesate (e soppesate) fino all'ultimo grammo/caloria viene scardinato. Si mangia a sazietà, e solo quando se ne ha voglia. Questi due punti di sicuro la allontanano dalla concezione di dieta solitamente intesa. Ma andiamo con ordine. La paleo si basa sul concetto che, fino a circa 10.000 anni fa, l'uomo primitivo godeva di uno stato di salute di gran lunga migliore di quello che oggi potrebbe essere mediamente definito “stare bene”, ed inoltre godeva di masse muscolari in grado di far invidia ad un peso medio. L'incidenza di malattie degenerative sembrava essere molto più bassa dell'attuale; poi poco contava se a 25 anni finivi divorato da una tigre dai denti a sciabola (cazzi tuoi!). Muscoli e salute, insomma, e sembra che tutto dipendesse dal modo in cui i nostri “nonni” mangiavano: cacciatori che divoravano tanta carne e pesce, meritata ricompensa di estenuanti battute di caccia e di pesca, il tutto accompagnato da tuberi, vegetali, bacche, semi e frutta oleosa (nella paleo attuale sono concesse anche le uova e l'olio extravergine). Per quanto riguarda i cibi vietati: riso, pasta, cereali, legumi, carboidrati “di mano umana” e zucchero, latticini in genere. Il passaggio dal nomade allo stanziale comportò anche un cambiamento delle abitudini alimentari: nacque l'agricoltura, e l'incertezza delle battute di caccia venne sostituita dalla rassicurante presenza dei cereali. Se però questo da un lato garantiva cibo in qualsiasi periodo dell'anno, dall'altro (sempre secondo l'orientamento paleo) iniziò a generare intolleranze, allergie, malattie. Al di là del fascino folkloristico che determinati orientamenti possono generare, va detto che l'estremizzazione non porta mai a nulla di buono. Per quel che mi riguarda, sono d'accordo (senza abbracciarne la filosofia tout-court, ovviamente) su alcuni precetti della paleo e, nello specifico, nella necessità di ritornare a mangiare in una maniera il più naturale possibile. Le attuali tecnologie alimentari depauperano quasi totalmente i cibi del loro originario contenuto di micronutrienti, ed i numerosi additivi/conservanti aggiunti non fanno altro che allontanare il cibo dall'essere qualcosa che possa aiutarci a mantenere uno stato di salute ottimale. La mucca pazza, il pollo scemo, la vacca “bombata”, il pesce ricco di mercurio, frutta e verdura piene di diserbanti: ma che diavolo dovremmo mangiare? Se volessimo seguire alla lettera i dettami della paleo, ci “basterebbe” imbracciare una bella lancia, uscire dalla nostra grotta buia ed umida ed andare a caccia. Capite bene l'irrealizzabilità di una paleo “genuina”. D'altronde, se è vero che il grano attuale ha ben poco a che vedere con quello di anche solo un centinaio di anni fa, è altrettanto vero che un piatto di riso, dei focchi d'avena o dei legumi ogni tanto non abbiano mai ucciso nessuno (ovvie intolleranze/allergie fan storia a sè, ovviamente). In definitiva, credo la paleo abbia sicuramente dei punti interessanti (cibo il meno lavorato possibile, livelli di insulina mantenuti sempre entro limiti di accettabilità, grossi quantitativi di verdure e frutta da consumare). Bisogna però essere sempre in grado di mediare quelli che sono dei veri e propri “diktat” alimentari con le esigenze di ognuno di noi. Per quelli che volessero ulteriormente approfondire il tema della paleo, eccovi il sito del suo “ideatore”, Loren Cordain: http://thepaleodiet.com/

sabato 1 novembre 2014

Tricks & Tips: tricipiti a-la Ben Pakulski

Sono sempre stato dell'idea che si impari dai maestri e non certo dagli asini. Date allora un'occhiata a questa piccola "dritta" suggeritavi da Ben Pakulski, che di certo non è un Pinco Pallino qualsiasi. Porsi dal lato opposto al pacco pesi, ed avvicinarsi man mano che si raggiunge il cedimento, permette di eseguire un vero e proprio drop set senza, paradossalmente, la necessità di diminuire il carico. In questo senso qui, gioca grossa importanza l'angolo che si crea tra il polso ed il cavo. Enjoy!

Disclaimer

Quanto espresso in questo blog è da intendersi come opinione personale dell'Autore, che non sarà considerato IN ALCUN MODO responsabile di un uso errato e/o arbitrario delle nozioni/informazioni qui riportate.
Prima di seguire un qualsiasi programma nutrizionale e di allenamento, consultate sempre il vostro medico.

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