martedì 30 settembre 2014

Il fattore tempo nell'esercizio e nel recupero

Questo articolo mi è davvero piaciuto parecchio. È da qui che bisogna partire: dalla comprensione di come siam fatti e di come funzioniamo. Non fermiamoci ai video d'allenamento di Ronnie Coleman e alle fesserie da spogliatoio; Internet è un mare magno di informazioni, dove il "sentito dire" si mescola spesso alla perfezione col tecnico/scientifico, generando ibridi divulgativi terrificanti. Abbiamo la fortuna di avere materiale prezioso come questo a costo zero; usiamolo nel migliore dei modi, facciamolo nostro. Il topos del "topo da palestra" ignorante ed ottuso sarebbe già dovuto essere morto da un bel po', ed invece mi rendo spesso amaramente conto che non si tratta solo di stereotipi. Se credete che il termine ROM si riferisca solo agli zingari; se credete che il TUT lo indossino le ballerine, beh... prendetevi qualche minuto, mettetevi comodi e spalancate la vostra mente. Buona lettura!

IL FATTORE TEMPO NELL’ESERCIZIO E NEL RECUPERO (2° parte di “cosa accade al muscolo durante l’esercizio isotonico...
Posted by Mission Evolution Sport on Mercoledì 17 settembre 2014

domenica 28 settembre 2014

Die Hard: ectomorfi ed isolate al 99%

In quasi otto anni di vendita di integratori la richiesta di proteine isolate dalle percentuali proteiche esorbitanti è stata cospicua. Ovviamente, tra gli avventori richiedenti una tipologia di prodotto del genere, sicuramente di nicchia visto il prezzo che lo caratterizza, vi sono state persone intolleranti al lattosio (la principale peculiarità delle isolate è la pressoché totale assenza di lattosio). Ed altrettanto verosimilmente vi saranno stati atleti che richiedevano una proteina del siero di livello superiore (altra caratteristica delle isolate è il contenuto di grassi e carbo solitamente quasi pari allo zero assoluto) per inquadrarla in contesti dietetici particolari. Ma per tutti gli altri (cioè dire, persone che tollerano bene il lattosio e/o che necessitano di un semplice incremento della propria quota proteica giornaliera) serve davvero un'isolata? Vediamo un po' più in dettaglio come funziona. Arrivavano spesso in negozio ossuti adolescenti che chiedevano isolate "almeno al 95%" perché in palestra l'istruttore gli aveva detto che facevano "crescere di più i muscoli". A parte il fatto che se esistessero proteine con una percentuale REALE (e non sul secco, vedremo poi cosa significa) di quel genere lì, avrebbero probabilmente il sapore e la solubilità della malta, ma poi... come si fa a dire che si cresce di più con un'isolata? Il punto di partenza di un'isolata è lo stesso di una concentrata. Ora, io non son per nulla bravo in matematica, ma facciamoci pure due conti: su uno classico scoop da 30 gr. di polvere proteica, una concentrata diciamo al 75% apporta ca.22,5 gr. di proteine; lo stesso quantitativo di un'isolata al 90% (percentuale che credo davvero arduo superare, il che significa che solitamente si sta anche un pelino sotto) ne apporta 27 gr. o poco meno. Ora, volete farmi credere che su una dieta iperproteica da 140, 170, 200 gr. di proteine al giorno, 3 gr. di proteine (praticamente, un albume) in più o in meno (o 6 gr., nel caso assumiate le proteine in polvere due volte al dì), possano costituire lo spartiacque tra la crescita muscolare ed il catabolismo più catabolico? Orsú, vi prego, ragionate... A ciò va aggiunta un'altra precisazione: io prendo l'isolata per tre motivi (uno soltanto, due insieme, oppure tutti e tre)
A) sono intollerante al lattosio
e/o
B) ho particolari esigenze dietetiche
e/o
C) necessito di un rifornimento aminoacidico molto veloce (battuto solo dall'idrolizzata)
Ora, visto che molti consumano le isolate a colazione col latte ed i cereali, si smentiscono in un sol colpo le tre motivazioni che han spinto al costoso acquisto (non sono intollerante al lattosio perché bevo il latte, non ho particolari esigenze dietetiche dato che bevo latte e mangio cereali a colazione, blocco l'immediato approvvigionamento di aminoacidi dato che la caseina contenuta nel latte rallenta di gran lunga l'assimilazione dell'isolata).
Insomma, un'isolata bevuta col latte è come comprare una Ferrari ed usarla soltanto la domenica per andare a pranzare in un agriturismo.
Per non parlare poi dei 2 gr. di carbo (su misurino) delle concentrate, e degli irrimediabili danni che provocano alla vostra linea. 2 gr., vale a dire 8 calorie; 2 grammi consumati a colazione o in prossimità dell'allenamento.
Ragazzi, fatevi un favore: ragionate con la testa, il culo usatelo solo per evacuare...

sabato 27 settembre 2014

Gli erettori spinali e l'homo poco sapiens

Se pensi che la guaina mielinica sia quella sottile pellicola protettiva sui vasetti di miele; se pensi che il ponte miosinico lo avrebbero già dovuto costruire sullo Stretto da un bel po' di tempo; se pensi che la confusione muscolare sia confondere un quadricipite con un pettorale; se pensi che il pullover a braccia tese sia difficile da indossare; se pensi che la negativa si ottenga dalla pellicola fotografica; se pensi che l'indice glicemico sia alla fine del libro glucidico; se pensi che il flushing sia il rumore che fa lo sciacquone quando si "tira" l'acqua; se pensi che il riso abbonda sulla bocca di quello che fa la "ricarica"; se pensi che il set composto sia fatto da posate, bicchieri, piatti e pentole; ma, SOPRATTUTTO, se è da vent'anni che ti vedo fare le torsioni del busto col bastone (e ora hai la silhouette di Maradona) e le iperestensioni lombari, riuscendo in quest'ultime (non so come) a girarti alternativamente a destra e sinistra (quindi confondendo LEGGERMENTE gli erettori spinali con gli obliqui)... Amico mio, fatti un piacere: UCCIDITI! La morte non sarà certo peggio dello stato di semilobotomizzato che la natura maledetta ti aveva riservato.

martedì 23 settembre 2014

Paco Bautista a 5 giorni dal Bodybuilding Weekly Pro 2010

La struttura su cui ha sviluppato chilazzi su chilazzi di "beef" densissimo e striato forse non è delle migliori; va comunque detto che il blocco braccia/spalle e gli arti inferiori sono semplicemente impressionanti. Se petto e schiena fossero stati un pelino più sviluppati (non che siano piccoli, per carità; semplicemente non all'altezza del resto), e la vita più stretta, credo sarebbe stato spettacolare.

sabato 20 settembre 2014

Die Hard: falsi miti sull'estate

Il post di oggi vuole (o, almeno, ci prova) mettere a tacere, una volta per tutte, il vecchio mito della massa invernale. Nel corso degli anni mi è capitato di parlare con parecchi ragazzi il cui obiettivo invernale era diventare "più grossi". L'aumento della massa muscolare durante i mesi freddi sembra essere la costante dell'approccio di chiunque si alleni con i pesi. In realtà, il periodo primaverile, estivo e di inizio autunno rappresenta il lasso di tempo migliore per le fasi di "bulk", visto il favorevole equilibrio ormonale. Per tutti coloro che si allenano con in mente degli obiettivi, quindi, la soluzione è semplice. Ma allora perché ancora oggi ci si ostina alla massa invernale? È presto detto: per gli agonisti, il periodo estivo viene a coincidere necessariamente con la fase di definizione, perché parecchi degli appuntamenti "on stage" si concentrano nei mesi caldi; per chi agonista non è, il periodo estivo diventa comunque il banco di prova per mettere giustamente in mostra il frutto dei sacrifici fatti nei mesi precedenti, mostrando un fisico definito ed in forma. Molte delle persone che ho conosciuto confondono una generica perdita di peso, riscontrata nel periodo estivo, con una migliorata definizione, che corrisponde ad una diminuzione dei livelli di grasso corporeo. Si crede erroneamente che si dimagrisca per il caldo, quando invece al massimo le alte temperature possono indurre a consumare quantitativi meno ingenti di cibo, che portano inevitabilmente ad un peso corporeo inferiore (non necessariamente soltanto a meno grasso). Solitamente, l'estate è il periodo delle ferie, delle vacanze: ecco allora interminabili giornate a mare o comunque lontane dai rutilanti ritmi cittadini, godibilissime e necessarie a rigenerarsi, per carità, ma che spesso ci portano a tralasciare e dimenticare la nostra imprescindibile necessità di organizzare i pasti giornalieri. Si inizia a saltare così gli appuntamenti con i nostri amati nutrienti, accontentandosi spesso di un ghiacciolo o di un immondo panino divorato al volo. Per non parlare poi degli orari proibitivi, che stravolgono i normali ritmi circadiani, ostacolando il recupero (sappiamo bene quanto il nostro corpo abbia bisogno di un sonno davvero ristoratore). Insomma, uno scenario tutt'altro che confortante per i nostri amati muscoli, tanto duramente guadagnati quanto facilmente persi. Il consiglio che mi sento di darvi per il periodo estivo è provare a sostituire un paio di pasti con della frutta, facile da reperire e portare ovunque con sé, alla quale aggiungere delle compresse di aminoacidi essenziali. Questo dovrebbe permettervi di assicurarvi le vitamine ed i minerali di cui avete bisogno, insieme ad una buona idratazione, ed il patrimonio azotato tanto anelato dai vostri muscoli. Spero di aver fugato i vostri dubbi...

giovedì 18 settembre 2014

Superset e set composti

Oggi prenderò in esame due principi d'allenamento: i superset ed i set composti. Il motivo per cui ho deciso di effettuare una trattazione unitaria di questi due differenti principi è che, molto spesso, erroneamente Il termine superset viene usato come sinonimo di set composto. Fermo restando che entrambe sono delle tecniche ad alta intensità e che entrambe prevedono l'esecuzione in sequenza di un set di due differenti esercizi, si ha comunque una sostanziale differenza: il superset contempla l'accoppiata di due esercizi per gruppi muscolari antagonisti (si pensi ad una serie di panca piana immediatamente seguita da una di rematore a busto piegato, ad esempio); mentre il set composto è davvero tale quando si susseguono due esercizi differenti, ma per lo stesso gruppo muscolare (una serie di spinte in basso ai cavi dopo una serie di french press). Il set composto solitamente può essere costituito:
- da due esercizi composti
- da un esercizio composto e da uno di isolamento
- da due esercizi di isolamento
- da un esercizio di isolamento e da uno composto (in quest'ultimo caso, viene anche incorporato il preaffaticamento). Spero che questo post sia stato di vostro gradimento, vi auguro un buon inizio di settimana.

martedì 16 settembre 2014

Bodybuilding ed amicizia

Mi rendo conto che il post di oggi, ad una prima lettura, possa sembrare un allontanarsi dalle questioni riguardanti il bodybuilding più in generale, per abbracciare invece una sfera sicuramente più personale ed "affettiva", magari priva di un qualsiasi interesse pratico per chi mi segue. Ma vi assicuro che così non è. Quello che voglio sottolineare con quanto sto scrivendo (e con la foto in allegato) è, ancora una volta, che i risultati, quelli veri, si possono ottenere anche con una preparazione totalmente "natural". E quando parlo di risultati non sto restringendo il cerchio al semplice chiletto di grasso perso dal sedentario dopo un mese dall'inizio degli allenamenti, né mi sto riferendo alla signora cinquantenne che migliora il tono dei propri tricipiti con dei buoni allenamenti in palestra (sia ben chiaro, assoluto rispetto per entrambi gli esempi sopra citati). Parlo di qualcosa che si eleva notevolmente dalla media (e, spesso, mediocrità) che siam soliti vedere nelle palestre; parlo di risultati che ti fanno strabuzzare gli occhi ed esclamare un lapidario, ma estremamente esplicativo: "Cazzo!". Mi sentirei offensivo nei confronti dell'intelligenza dei miei lettori, anche solo accennando all'importanza di una genetica favorevole alla muscolazione. La capacità di diventare Ronnie Coleman ce l'hai scritta nel DNA, neanche tutta la caparbietà e competenza di questo mondo potrà aiutarti se Madre Natura non ti ha voluto regalare bei quantitativi di fibra bianca. Questo non vuol dire certo rassegnarsi, tutt'altro: prendere coscienza dei propri limiti significa saperli "cavalcare" e sfruttare a proprio vantaggio, piuttosto che limitarsi a inseguire chimere irrealizzabili.
Il nostro obiettivo è però inquadrabile soltanto quando, tra ciò che abbiamo fatto a monte ed i risultati raggiunti, si instaura un inscindibile rapporto di causa/effetto. Quando questo dovesse venire a mancare, e alla causalità si sostituisse la casualità, allora il nostro obiettivo diventa la classica "luce alla fine del tunnel: puoi vederlo, percepirlo, ma diventa impossibile da raggiungere.
Con Saro, il ragazzo nella foto, è stato un continuo rapporto causa/effetto: si è fidato perché mi ha conosciuto prima, e ha ascoltato consigli e critiche (sempre costruttive) perché si è fidato. Abbiamo analizzato insieme cosa migliorare, e come farlo. Nessuna "forzatura" alle sue intrinseche caratteristiche fisiche è stata perpetrata, anzi: il "timone" veniva continuamente guidato dai feedback, positivi o negativi, che ci restituiva il suo corpo in merito ad allenamento, dieta ed integrazione. In meno di un mese di lavoro insieme si è raggiunto un traguardo insperato, concretizzatosi in un'esperienza elettrizzante per entrambi. Spero che questo lungo post, poco tecnico ma molto incentivante, possa costituire materiale di riflessione per voi tutti...


domenica 14 settembre 2014

La personalizzazione dell'allenamento

Le sagge parole di Francesco Currò diventano humus per una mia riflessione: l'accontentarsi sta diventando una "conditio sine qua non" di tutti quei pacchetti di abbonamenti venduti nella stragrande maggioranza delle palestre! Non si cerca più il risultato eclatante, lo sfidare i propri limiti ad ogni sessione d'allenamento; ci si pasce nella (e della) mediocrità, facendosici bastare qualcosa di molto vicino allo zero assoluto, in termini di tangibilità del risultato raggiunto. Schede "preconfezionate" a iosa, che van bene per me, per te, per il cinquantenne signor Rossi "arrugginito" dalla sedentarietà e per l'ultrasessantenne signora Filomena con problemi di "polistirolo" alto. La mancanza di personalizzazione non investe solo l'aspetto allenante, ma si insinua strisciante anche nell'ambito alimentare ed in quello della supplementazione. "Copia e incolla" di piani alimentari, tutti bellissimi sulla carta ma che niente hanno a che vedere con le reali esigenze dell'atleta/persona interessata; passaparola da "casco della parrucchiera" che son tutto fuorchè basati su studi scientifici e che continuano a perpetrarsi a mo' di leggende metropolitane nelle palestre. La presenza e la guida di un trainer/preparatore competente e qualificato, che sia in grado di curare tutti gli aspetti della preprazione (sempre indissolubilmente legati tra di loro), è indispensabile, se volete salute e risultati in egual misura. Non crediate di farla franca, chiedendo una scheda all'assistente di sala ed una dieta "per la massa" al vostro medico di famiglia. NON FUNZIONA COSì! Il dilagare di una mentalità accomodante lo trovavo, purtroppo, anche in tanti miei clienti quando mi chiedevano "La proteina più potente che ci sia" oppure "La creatina che fa crescere di più i muscoli": nascondersi dietro il cerino non serve a niente! Il body building è uno degli sport forse meno "fisiologici" in assoluto: il mantenimento ed accrescimento di masse muscolari spesso "inutili" da un punto di vista funzionale, o il raggiungimento di percentuali di grasso corporeo ai limiti dell'ipotermia, non sono condizioni che si comprano con polveri o capsule presenti in un negozio di integratori (o peggio, in una farmacia, e chi ha orecchie per intendere, intenda...). La comprensione di determinate dinamiche metaboliche, meccaniche ed ormonali è imprescindibile, quando si vuol fare tutto nel massimo rispetto della sicurezza. L'angolo del "fai da te" riservatelo al vostro garage, la domenica mattina...

COME IMPOSTARE SCIENTIFICAMENTE UN ALLENAMENTOParliamoci chiaro, da parecchio tempo a questa parte si fa un gran...
Posted by Mission Evolution Sport on Sabato 4 gennaio 2014

sabato 13 settembre 2014

L'importanza dell'acqua

L'acqua, cristo santo, l'aaacquaaaa! Ma c'è ancora bisogno di sottolinearne l'importanza? Al di là delle peculiarità brucia-grassi individuate nello studio riportato nel post, abbiamo ancora bisogno del semplice "contentino lipolitico" per decidere di berne di più? Mantenersi ben idratati offre solo vantaggi, lo capirebbe anche un bambino, ed ogni qualvolta sentiamo lo stimolo delle sete in realtà siam già leggermente disidratati. E poi c'è ancora chi, durante l'allenamento, riesce a consumare appena per metà una bottiglietta da 500 ml. Ma come si fa?

L'acqua...fa dimagrire?Lo ammetto, il titolo ha l'aria d'esser una bufala o un pretesto per farsi beffa d'alcune...
Posted by United Colors of Muscles on Domenica 7 settembre 2014

mercoledì 10 settembre 2014

Le calorie non sono tutto

Troppo spesso sento parlare, in termini meramente quantitativi, di tutte quelle variabili che favoriscono ed attestano la crescita muscolare. Una di queste è sicuramente l'approccio alla dieta: il rapportarsi al cibo è ancora accostabile al far di conto con un pallottoliere (aggiungo uno, tolgo due, etc.). Se la quantità delle calorie ingerite e/o consumate è uno dei markers che pone un paletto lungo il cammino verso l'ipertrofia (o la lipolisi, in base al nostro obiettivo), è anche vero che non è il solo aspetto da prendere considerazione. Spesse volte ho sentito dire: "Consumo solo 1500 calorie, e rimango grasso" oppure "Non riesco a crescere neanche con 4000 calorie al giorno". Sovente, trascuriamo il fatto che, a parità di calorie, la scelta e la ripartizione dei macronutrienti da cui esse derivano genera comunque degli esiti differenti, a secondo del fisico di ognuno. La scienza della nutrizione ha fatto passi da gigante da quando stipare calorie all'inverosimile (o, viceversa, tagliarle in maniera indiscriminata) era l'unico modo per variare la propria composizione corporea. Si tralascia troppo spesso, ad esempio, che il "timing" di taluni nutrienti possa determinare la differenza tra lo sfruttare un certo alimento a nostro vantaggio, ed il farcelo nemico. Massimizzare l'assimilazione, e non aumentare a dismisura l'apporto calorico, deve essere il nostro obiettivo principale: il minimo dello scarto col massimo della resa. Per esperienza, posso dire che le fasi di "bulk" esasperato funzionano solo per pochi, pochissimi eletti. Il perseguimento dell' "inmaialamento" per poi far del nostro corpo un'opera d'arte è roba d'altri tempi, datata come il parruccone cotonato della Rettore negli anni '80. Ci stava 30 anni fa, con la bestialità e la disinformazione imperante, non oggi. Allo stesso modo, rimpinzarsi solo di petto di pollo per diminuire la massa grassa è da capre, e l'unica "definizione" che otterremo è quella di minchione, da parte di chi certi argomenti li "mastica" davvero (non avrei potuto scegliere termine migliore). Lo stakanovismo alimentare, lungi dal renderci dei martiri della dieta, mortifica le necessità del nostro organismo, senza costituire un valore aggiunto alla nostra condizione fisica.
Un altro fattore importante è l'impatto ormonale che un cibo ha sul nostro corpo: stimolare un picco insulinico in una particolare condizione significa giocarsi l'asso nella manica; in tutt'altra situazione (magari con un obiettivo diametralmente opposto a quello dell'amico che si è abboffato di riso dopo l'allenamento) può essere una scelta scellerata.
Ho qui sopra elencato soltanto due degli aspetti che, nella mia limitatissima conoscenza dei fenomeni metabolici, reputo di gran lunga più vincolanti che il semplice computo giornaliero delle calorie al fine di raggiungere il fisico agognato, ma ce ne sarebbero diversi altri. Smettiamola di ragionare per luoghi comuni ("Non posso ASSOLUTAMENTE mangiare carboidrati dopo le 18.00!" oppure "Se non mangio ogni due ore perdo massa muscolare." Maddechè? Ma per favore...) ed impariamo a conoscere il nostro corpo. Studiamo... e studiamoCI!

domenica 7 settembre 2014

Supplementazione specifica per l'mTOR

Che la leucina e gli aminoacidi essenziali stimolassero la sintesi proteica, questo era ormai ben noto. Che prodotti alcalinizzanti ed omega 3 rappresentassero la base salutistica su cui dovrebbe poggiare la supplementazione di qualsiasi atleta, anche questo era risaputo. Quello che ancora una volta mi preme sottolineare è come, inevitabilmente, il nostro corpo "scelga" di farsi influenzare da ciò che lo fa sentire bene, subordinando (sempre in maniera fisiologica) l'esigenza estetica a quella salutistica. Rispetta ciò che di più insostituibile tu hai; ti ripagherà dandoti quello cui aspiri.

SUPPLEMENTAZIONE SPECIFICA PER STIMOLARE L’mTOR... il gene dei muscoli L’ m-TOR è una protein-chinasi che ha...
Posted by Mission Evolution Sport on Domenica 22 giugno 2014

mercoledì 3 settembre 2014

Salubrità del bodybuilding: vera o presunta

Oggi riflettevo sulla presunta salubrità dello stile di vita di chi si dedica al bodybuilding. Non facciamo altro che vantarci di non mangiare "porcherie", di evitare il junk food come la peste. Sdoganiamo fieramente di non fumare e non bere e di andare a letto presto, cercando di dormire le canoniche otto ore a notte e favorire il recupero e la crescita muscolare. Ci manca solo professare l'astinenza sessuale, smettere di usare l'auto per ridurre l'emissione di Co2 e siamo pronti per la beatificazione. Ma non credo sia tutto oro quel che luccica. In primis, lo sport cui ci dedichiamo è antifisiologia allo stato puro: quale altro sport postula il massimo aumento della massa muscolare e, di contro, l'abbassamento del grasso corporeo fino a livelli da rischio ipotermia? Solo il nostro, e dobbiamo ricordarci che parliamo di una massa muscolare che ha finalità puramente estetiche e di un grasso corporeo che (entro certi limiti, ovviamente) ha un'importanza vitale. E che dire, poi, dei nostri organi emuntori, costantemente costretti a fare gli straordinari, digerendo cibo e metabolizzando nutrienti, senza contare le scorie che hanno il compito di espellere e filtrare? Per non parlare delle nostre mandibole e dei nostri denti, che h/24 si trovano a ricoprire il ruolo di tritatutto. O forse debbo parlare delle nostre articolazioni, tendini e legamenti, che, durante tutti gli anni d'allenamento, debbono sopportare la tortura di centinaia di chili, mossi ripetutamente per infinite ripetizioni? Credo abbiate ampiamente compreso il senso del mio discorso. So che può sembrare un controsenso, vedere argomentato così il bodybuilding, su una pagina che parla di allenamento, alimentazione e supplementazione. Il messaggio che, però, vorrei che giungesse è sostanzialmente uno: i risultati si possono raggiungere nel pieno rispetto della nostra salute, se la condotta seguita nell'allenarsi e nel mangiare riesce a ricalcare, il più fedelmente possibile, il rispetto delle necessità del nostro corpo. Cerchiamo di far sì che il compromesso cui stiamo scendendo sia il più piccolo possibile. Buon allenamento...

lunedì 1 settembre 2014

Integratori proteici: alcuni criteri per l'assunzione

Comprare (e, di conseguenza, integrare nella propria alimentazione) proteine in polvere (o idrolizzati proteici in compresse) non è come obliterare il biglietto del treno. Non basta convalidare la corsa, sedersi e godersi il paesaggio; è richiesto un minimo di dinamismo mentale che vi spinga a chiedervi: "Quanto? Quando? Perché? Per quanto tempo?". È necessario in primis capire quale debba essere l'introito proteico (si badi bene che parlo di quello complessivo giornaliero, non di quello evinto soltanto dal supplemento). Sembra una cosa scontata, ma per molti non lo è ancora. Una volta compreso ciò, è cosa buona e giusta capire quanto si può prendere dal cibo solido e quanto vada introitato con l'integratore; solo allora capirete se sia più indicato per le vostre esigenze uno, due, tre, o mezzo misurino (o una, due, o venti compresse) al giorno. Molteplici sono i fattori che regolano il nostro fabbisogno proteico, alcuni dei quali riportati di seguito:
A) sesso [non quanto ne facciate, né quanto l'abbiate lungo!]
B) età
C) anzianità di allenamento e massa muscolare "sedimentata" negli anni (un conto è essere un ossuto adolescente di 50 kg. che si allena da un mese 3 volte a settimana, e tutt'altra cosa è essere un professionista di 120 kg. - "chemically enhanced" - che si allena da 15 anni 6 volte a settimana)
D) rapporto delle proteine con gli altri macro (ciò significa che, se non vi è progressione, non necessariamente è colpa delle proteine troppo basse). Date un'occhiata ai carbo ed ai troppo spesso vituperati grassi.
Evitate di attenervi ad un approccio che i latini non avrebbero esitato a definire "ad cazzum": i consigli del compagno di panca 10 volte su 10 si basano sul semplice sentito dire! In palestra mi capita troppo spesso di incontrare persone che neanche sanno perché stiano consumando un determinato supplemento. Il risultato deve essere sempre figlio della causalità, non della casualità.

Disclaimer

Quanto espresso in questo blog è da intendersi come opinione personale dell'Autore, che non sarà considerato IN ALCUN MODO responsabile di un uso errato e/o arbitrario delle nozioni/informazioni qui riportate.
Prima di seguire un qualsiasi programma nutrizionale e di allenamento, consultate sempre il vostro medico.

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