Qualche giorno fa parlavo con un amico in merito ai fattori che possono
garantire il successo nel bodybuilding, e non c'è dubbio alcuno che
entrambi concordassimo sull'importanza della genetica. Genetica che,
ovviamente, comprende al proprio interno peculiarità di natura
metabolica e meccanica. Appartenenza ad un determinato morfotipo,
lunghezza delle leve, propensione all'ipertrofia, capacità di tollerare
pesoni, e tutto il resto. Entrambi ci siamo trovati d'accordo su un ulteriore
punto: forma dei ventri muscolari e inserzioni dei relativi tendini
sulle ossa. Credo che questo concetto sia spesso sottovalutato e non
pienamente compreso da chi si appresta ad iniziare il proprio percorso
in palestra. Si crede ancora, spesso complici istruttori molto poco
competenti, che si possa cambiare la forma dei propri muscoli
semplicemente focalizzandosi su un determinato esercizio. E allora via
ai luoghi comuni: bicipiti Scott per la parte bassa del bicipite, curl
di concentrazione per il "picco", e chi più ne ha più ne metta. Fermo
restando che qualsiasi muscolo si contrae per la logica del "tutto o
niente", ricordiamoci che essi possono soltanto aumentare le loro dimensioni, e
la dieta (ivi incluse precise pratiche di manipolazione dell'apporto di
carboidrati e dell'equilibrio sodio/potassio) contribuirà a far
diminuire il grasso ed i liquidi sottocutanei (dando così un aspetto più
roccioso e definito, ed evidenziando i dettagli), ma MAI e poi MAI
potremo cambiare la forma o il punto di inserzione. Per spiegare meglio
questo concetto, ho messo a confronto due dei migliori bodybuilder di
tutti i tempi, Dorian Yates e Dexter Jackson. Guardiamo la prima foto: i
dorsali di Yates si attaccano praticamente fin giù in vita, quelli di
Jackson sembrano nn arrivare neanche ai fianchi (dando comunque
l'illusione di una vita più stretta). Ora guardiamo la seconda foto
(senza dimenticare che Yates si era già strappato il capo corto del bic.
sinistro): si nota nel campione inglese una sorta di "spazio" tra la
base dei muscoli dell'avambraccio ed i fasci del bicipite ad esso più
vicini, cosa che non vediamo invece in Jackson, che sembra non trovare
più spazio sul suo braccio neanche per un millimetro di aumento in più
nella circonferenza. Ho scelto questi esempi sicuramente estremi per
ricordarvi di non concentrarvi su particolari dei quali, purtroppo, non
avete alcuna colpa. Focalizziamoci piuttosto su un lavoro svolto con un
ROM completo ed una corretta tecnica di esecuzione, nonchè sulla varietà
degli esercizi, ed esplorando le infinite possibilità numeriche della
serie. Vi auguro un buon sabato...
domenica 8 novembre 2015
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